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Formia. Scoppia la maggioranza, commissariato il Comune. Antonio Miele: «Qualcuno ha voluto rifarsi una verginità in vista di nuove elezioni»

«Dopo un anno e mezzo dal mandato elettorale con il quale la maggioranza dei cittadini ha dato la sua fiducia alla mia persona per cercare di risolvere i gravi ed urgenti problemi della città, e dopo che mi sono sforzato per risolvere soprattutto i gravi problemi quotidiani di moltissimi cittadini, senza lavoro, senza casa, sofferenti e disabili, mi rivolgo a voi, care concittadine e cari concittadini, per comunicarvi le mie dimissioni da Sindaco, firmate e protocollate venerdì 2scorso, e per condividere con voi alcune mie riflessioni. Nonostante avessi presentato le dimissioni, ho comunque partecipato alle successive riunioni, rivelatesi inutili, per capire fino in fondo le ragioni del conflitto interno alla maggioranza, sfociate nella tarda mattinata del 22 febbraio, con le successive dimissioni presentate da 27 consiglieri comunali».
A parlare è Antonio Miele che spiega: «Fin dall’inizio ho cercato con tutte le mie forze di dare delle risposte positive alle situazioni difficili di tanti nostri concittadini. Devo riconoscere, con tutta sincerità, che non ci sono sempre riuscito pienamente, perché solo, e senza il sostegno sufficiente della maggioranza. Fin dall’inizio i rapporti con gli Assessori e i Consiglieri di Forza Italia sono stati difficili. Gli Assessori, miei fiduciari, gestivano gli assessorati in maniera molto autonoma, come se fossero dei mini-sindaci; anzi c’era qualche Assessore che criticava e contestava il Sindaco, prevedendone già da molto tempo le dimissioni. Negli ultimi mesi, poi, hanno paralizzato la vita amministrativa con la loro assenza, sia in Consiglio Comunale che in Giunta, adducendo, come motivazione, la necessità e l’urgenza di procedere ad una verifica politico-amministrativa, consistente principalmente nella richiesta del trasferimento di un Dirigente e dell’allontanamento del Delegato alla Disabilità. Con Alleanza Nazionale i rapporti, positivi all’inizio, si sono poi man mano deteriorati quando il partito si è appiattito sulle posizioni di Forza Italia. Una riflessione particolare merita il "manifesto" dei fuoriusciti dall’UDC. Mi riferisco ai Consiglieri Antonio Calvano, Antonio Feola, Salvatore Forte, Luigi Scafetta ed Erasmo Ciccolella; e mi riferisco agli Assessori Raffaele Ranucci e Giuseppe Simeone. Il ‘manifesto’ mi offende e mi umilia, sia sotto il profilo personale, sia sotto il profilo politico. La chiave di lettura del manifesto sta tutta nell’aggettivo iniziale "irreversibile". Gli estensori del ‘manifesto’ dichiarano che "prendono atto della ormai irreversibile situazione nella quale l’Amministrazione Comunale versa e rassegnano le proprie dimissioni dall’UDC…. ". Prendendo atto della fine dell’avventura del Centro-destra, essi, guardando alla futura scadenza elettorale, cercano di presentarsi ai cittadini formiani con una immagine pulita, prendendo le distanze, strumentali oggi, dal senatore Michele Forte, che non hanno nemmeno il coraggio di nominare, dopo aver condiviso battaglie e successo elettorale; e, per di più, dando una motivazione, scorretta e pretestuosa oltre che tardiva, giustificando la loro azione nell’intento di difendere oggi l’operato del Sindaco. Eppure questi estensori del ‘manifesto’ sono stati in maggioranza fin dall’inizio, da maggio del 2001, condividendo insieme problemi e speranze. Perché solo ora fanno sentire la loro voce? Forse nel tentativo di ridare, secondo loro, dignità al proprio mandato strumentalmente appiattendosi sulle posizioni di Forza Italia? Tutto ciò è sicuramente un’offesa all’intelligenza degli elettori, i quali sapranno valutare in coscienza e con serietà gli "avvenimenti politici" di questi ultimi mesi e decidere di conseguenza. Ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno dato fiducia. A coloro che ritengono che io non sia stato sempre all’altezza del compito assegnatomi dagli elettori chiedo scusa. Ma è estremamente difficile dare risposte concrete ai problemi della città, specialmente quando la compagine non opera all’unisono e, ancora peggio, quando la compagine più che risolvere i problemi della gente, vuole salvaguardare i propri interessi. Sono stato eletto dalla popolazione per amministrare la città attraverso l’attuazione e la realizzazione del programma della Cdl che gli elettori hanno votato nel maggio del 2001. Sono trascorsi, da allora, quasi due anni. In questi pochi mesi di lavoro, sia pur con notevoli difficoltà da superare quotidianamente, abbiamo avuto modo di mettere in campo molte iniziative, in linea con gli indirizzi politico-programmatici che la maggioranza aveva individuato. La "verifica posticcia" che si era protratta per molto tempo, senza che venissero evidenziate problemi concreti mi aveva convinto che ormai non c’erano più le condizioni per dare alla città un buon governo. Non si poteva più governare con una pseudo-maggioranza nel cui seno emergono continuamente conflitti ed interessi contrastanti tra loro. Erano venuti meno i presupposti per continuare ad amministrare la città, perché non esisteva più una maggioranza in grado di dare delle risposte adeguate ai cittadini. Prendendo atto di ciò, nella mia responsabilità personale, che mi ha sempre contraddistinto, ho rassegnato le dimissioni nelle mani del Segretario Generale. Inutile rimanere in uno stato di agonia: avrebbe nuociuto davvero alla città. Con le mie dimissioni la popolazione formiana sarà chiamata alle urne e saprà certamente scegliere la classe politica che riterrà capace di rilanciare lo sviluppo economico ed occupazionale della nostra città.

Mauro Cascio


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