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Latina. Rivoluzione e dintorni. Riccardo Pedrizzi: «L'Illuminismo razionalista
ha gettato le basi ai drammi più terribili del ventesimo secolo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Riccardo Pedrizzi, senatore di An e saggista.
Da qualche settimana è in libreria la sua ultima fatica, «Rivoluzione e dintorni».
Lei continua ad indagare sui filosofi, sui pensatori "controrivoluzionari"...
«Sì, è un libro che nella sua prima parte indaga su tutte le cause che portarono alla
Rivoluzione Francese e su tutte le reazioni conservatrici all'Illuminismo. Indaga
sulle atmosfere dell'epoca e su tutto ciò che la Storia ufficiale ha taciuto.
Nella seconda parte ci sono una serie di "medaglioni" su autori controrivolizionari,
dai classici come de Maistre, Lamennais, Chateaubriand, von Haller, fino a due
intellettuali poco conosciuti sotto questo punto di vista: Manzoni e Rosmini.
Il loro impegno controrivoluzionario si è sempre taciuto. Dall'opera omnia del Manzoni
fino a qualche anno fa fu persino esclusa una "Storia della Rivoluzione Francese".
Il libro si conclude con alcune interviste a grandi personaggi: Augusto Del Noce,
Jean Dumont, Marco Tangheroni». Non bisogna lasciarsi trasportare, dai facili entusiasmi
rivoluzionari, da quegli spiriti laico-massonici che parlavano di libertà, fraternità,
uguaglianza; valori che travolsero di fatto una certa tradizione, e quella fede cattolica
che soprattutto nel nostro Paese è sempre stata molto forte... «Guardate, secondo me
quell'esasperato illuminismo, quel razionalismo giacobino è fortemente imparentato
con i grandi drammi del ventesimo secolo: i gulag, i campi di sterminio, il comunismo.
È la logica conseguenza di chi vuole inserire nella società lo spirito dell' "uomo nuovo",
un uomo che non è mai esistito perché l'uomo è sempre, nella continuità storica del divenire.
Non esiste un uomo nuovo e un uomo vecchio. È il limite dell'Illuminismo e della Rivoluzione
Francese. Se si cerca di imporre qualcosa di innaturale, la natura stessa si ribella.
Da qui nasce la violenza, da qui nasce la dittatura». Viviamo tempi molto difficili,
c'è una guerra alle porte. L'Europa deve liberarsi dall'ombra americana?
«Non disconosciamo l'amicizia con gli Usa. E non dimentichiamo che gli americani sono
le vittime e non gli aggressori. L'11 settembre è stato un colpo al cuore dell'occidente.
Il Governo Italiano si è comportato molto bene. Le fiamme di guerra si stanno allontanando,
ma la decisione spetterà all'Onu. Sarà Saddam a decidere se ci sarà pace o meno. Ma riaffermiamo
che Saddam è un dittatore, un criminale, un sanguinario che ha uccisi migliaia di curdi e di
oppositori al proprio regime. Noi crediamo molto al ruolo dell'Europa, in pieno spirito
di collaborazione con gli Stati Uniti d'America».
Claudio Ruggiero
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