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Latina. Articolo 18: il liberismo può attendere? Daniele Capezzone: «È un Referendum rovinoso che equipara la piccola gelateria alla Fiat»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Daniele Capezzone, segretario nazionale di Radicali Italiani. Il nostro incontro ha sostanzialmente aperto la campagna referendaria. La grande assente, in ambito nazionale e locale, è ancora una volta l'informazione... «Sì, abbiamo aperto la campagna referendaria che non c'è. I sondaggi dicono che tra il 65% e l'80% dei cittadini neanche sa che ci sono due referendum e su cosa vertono questi referendum. Ecco, quando quattro cittadini su cinque lo ignorano, vuol dire che proprio la cosa non esiste. Certo, noi faremo il comitato per il No. Certo, noi riteniamo che siano quesiti rovinosi che equiparerebbero il vostro negozio alla Fiat, costringendovi, se volete assumere, o a rinunciare o ad assumere in nero. Quel che è certo è che questa possibilità di dibattito, di conoscenza, di scelta, grazie agli organi di disinformazione sarà negata e noi tutti – comitati per il No, comitati per il Sì – saremo un po' più poveri». Per quale motivo i Radicali si schierano per il No all'estensione dell'articolo 18 alle aziende con meno di 15 dipendenti? «Proprio per il motivo che accennavo. Si tratta di un Referendum che equipara le piccole e piccolissime imprese alle più grandi. Immaginate di avere una bottega artigiana, con padre, madre e figlio. Assumere qualcuno diventa celebrare una specie di matrimonio, senza possibilità di divorzio».

Marco Battistini

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