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Latina. Rivoluzione e dintorni. Laici e Liberali a Pedrizzi: «L'Illuminismo è una bella lezione storica di tolleranza contro gli integralismi e i fanatismi»
«Per una volta che siamo d'accordo, non possiamo non intervenire». E così laici e liberali pontini
commentano l'intervista di Pedrizzi a ParvapoliS. «Ci fa piacere
che il senatore pontino, pur non essendo tradizionalmente e culturalmente un
filo-americano, faccia dei distinguo che si sembrano comunque d'obbligo.
Non è questione di due nazioni che stanno litigato come qualche pacifista
lacero-confuso vorrebbe dare ad intendere. Ma di una nazione democratica e civile
ed una dittatura guidata da un criminale sanguinario.
Per quanto riguarda il resto, ovviamente non possiamo essere d'accordo con Pedrizzi.
Non ci sembra corretto, intellettualmente, tentare di riscrivere parte della storia
europea del settecento e buttare nell'angolino dei cattivi illuministi, massoni,
giacobini e rivoluzionari. Troppi i valori importanti che i free-thinkers
sono riusciti ad affermare. Proprio ultimamente Sergio Moravia (Università di Firenze),
storico e filosofo di cui speriamo Pedrizzi apprezzi l'autorevolezza ha elencato in
un suo scritto, «Illuminismo, Massoneria e Civiltà Moderna» i valori cari all'illuminismo
e alla Massoneria: la tolleranza, la laicità, l'emancipazione, il progresso, la rigenerazione,
la giustizia, l'uguaglianza di fronte alla legge. Uno dei compiti che spettano all'uomo
moderno, dice Moravia, è quello di ripensare criticamente le radici dei fondamentalismi
alla luce della grande lezione della Ragione tollerante nata dall'Illuminismo e da Massoni
quali Locke, Voltaire e Lessing. Tutto ciò vale anche per le idee di eguaglianza e di fratellanza.
Perché allora, oltre a Pedrizzi, anche la civiltà contemporanea sembra essersi dimenticata
del ruolo storico assolutamente cruciale assunto dalla Massoneria in rapporto ai principi/
valori di cui sopra? Citiamo ancora le parole di Moravia: «La prima risposta è che la Massoneria,
piaccia o non piaccia a certi governi o a certi regimi, ha vinto. Ha vinto perché molte delle
grandi idee etico-politiche odierne appartengono alla sua tradizione. E questa vittoria –
ecco il curioso, doloroso, paradosso – ha fatto sì che da un lato tali idee appaiano oggi
quasi ovvie e scontate e che, dall'altro, le loro grandi sorgenti massoniche vengano in qualche
modo sottovalutate. La seconda ragione dell'oblio (o, appunto, della sottovalutazione)
della Massoneria è connessa al crescente agnosticismo, alla drammatica crisi dei valori
del nostro tempo».
Mauro Cascio
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