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Latina. Raimondo de Sangro, massone e uomo di desiderio. Il suo tempo e l'orizzonte culturale: John Toland e i "Freethinkers", il deismo razionalista e gli archivi dell'Indice del Sant'Uffizio contro scienza e filosofia

On-line da oggi l'incontro «Raimondo de Sangro, massone e uomo di desiderio» organizzato dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani in occasione dell'uscita de la «Lettera Apologetica» di Raimondo de Sangro, a cura di Leen Spruit. Pubblicata nel 1750, la «Lettera Apologetica» di Raimondo de Sangro, VII principe di Sansevero (1710-1771), è un'opera con una struttura particolarissima e un destino sorprendente. Venne stampata dal principe de Sangro con un procedimento tipografico di sua invenzione capace di effettuare la stampa simultanea di più colori con una sola passata di torchio. Scritta in un linguaggio aderente ai dettami dell'Accademia della Crusca - di cui il principe era membro con il nome di Esercitato - la Lettera, pur se conosciuta e diffusa in tutta Europa, nei secoli successivi finì in un progressivo oblio, anche per il sospetto di eresia da cui è stata accompagnata fin dalla messa all'Indice da parte della Chiesa. L'opera uscì, quindi, dall'attenzione generale rimanendo quale fonte privilegiata di notizie autobiografiche sulla vita e le opere dello stesso de Sangro. L'odierna edizione della Lettera Apologetica indaga sul significato centrale dell'opera emarginando l'interpretazione di testo a chiave, volutamente misterioso ed enigmatico, sostenuto ancora oggi per alcune parti del libro. Leen Spruit, curatore di questa edizione annotata della Lettera Apologetica ricostruisce con rigore, rintracciando le fonti citate ed usate, la cultura di Raimondo de Sangro nel contesto della cultura filosofica e scientifica dell'epoca, analizza le tematiche centrali e mette in discussione la struttura letteraria e la fortuna critica dell'opera, offrendone una nuova chiave di lettura. Sfruttando al massimo lo schermo e la varietà stilistica del genere epistolare, il principe di Sansevero lancia infatti una sfida di vaste proporzioni alla cultura ecclesiastica a lui contemporanea. Con lo scopo apparente di convincere una misteriosa interlocutrice del potenziale semantico e letterario dell'antico sistema di comunicazione degli Inca basato sui Quipu (stringhe di nodi colorati), già immaginato da Madame de Grafigny nel suo Lettres d'une Péruvienne, Raimondo de Sangro coglie ogni spunto per dissertare sulla tesi che l'uso di caratteri geroglifici, segni e scritture, anche dei Quipu, sia antico quanto l'Uomo, alternando confessioni e sfoghi, note storiche e autobiografiche, disquisizioni di esegesi biblica sull'origine dall'universo, esprimendo in questo modo opinioni difficilmente conciliabili con la Storia Sacra e con la Dottrina della Chiesa Cattolica. La Lettera Apologetica, per le disinvolte e provocatorie citazioni di autori proibiti o fortemente sospettati dalla Chiesa (Toland, Collins, Bayle, Voltaire, Marquis d'Argens), se da un lato ha consentito al de Sangro di diffondere idee innovative, dall'altro ha suscitato veementi reazioni degli ambienti ecclesiastici del tempo, tanto da essere messa all'Indice come opera "scandalosa temeraria, offensiva alle pie orecchie, che favorisce l'eresia e il materialismo". In appendice al testo, enigmatico e bizzarro (diffuso e conosciuto nel panorama culturale del settecento europeo ma, fino ad oggi, mai studiato nel suo complesso), il curatore propone una serie di documenti, per la maggior parte inediti, che offrono la possibilità di ricostruire l'intricata vicenda della messa all'indice dell'opera e dei tentativi di riabilitarla. Nella Lettera Apologetica si definisce con chiarezza la dimensione di intellettuale europeo del principe di Sansevero, pienamente inserito nel filone della cultura innovativa che aveva le sue radici nel libertinismo erudito e nell¹illuminismo radicale, nonché nella peculiare ricezione della cultura scientifica contemporanea di Italia. La proposta di lettura della casa editrice alóV di Napoli consente perciò di fare ulteriore luce sulla poliedrica personalità di Raimondo de Sangro, già universalmente noto come alchimista, inventore, massone, editore, ecc., rilanciando un dibattito approfondito sulla cultura napoletana del Settecento attraverso uno del suoi protagonisti.
Leen Spruit, nato a Krimpen aan den Ijssel (Paesi Bassi) nel 1954, si interessa di gnoseologia e psicologia cognitiva tra Medioevo e prima età moderna; è autore di "Il problema della conoscenza in Giordano Bruno" (Bibliopolis, Napoli, 1988), "Species intellegibilis. From Perception to Knowledge" (2 voll., Vrill, Leiden 1994-95) e di studi su su Telesio, Spinosa e Leibniz. Attualmente, l'Autore sta preparando, con Ugo Baldini, un'edizione di documenti cinquecenteschi tratti dagli archivi romani dell'Indice e del Sant'Uffizio relativi agli interventi ecclesiastici su autori e scritti scientifici e filosofici.
Cliccando sul relativo banner in Home page, gli interventi di Bernardino Fioravanti, responsabile del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d'Italia, Luciano Albanese, Docente di Filosofia Teoretica all'Università "La Sapienza" di Roma, Fiammetta Rutoli, Ordinario di Letteratura Italiana all'Università di Napoli; Ugo Baldini, Docente di Storia Moderna all'Università di Chieti, Leen Spruit e Gustavo Raffi, Gran Maestro della Massoneria Italiana.

Mauro Cascio


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