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Latina. Ordine dei Giornalisti, un vuoto a rendere che non è stato ancora reso. Luigi Einaudi più di cinquant'anni fa: «È come se per scrivere poesie ci si debba iscrivere all'Ordine dei Poeti. Un comico non senso»

Ci sono monumenti alla burocrazia, e monumenti all'inutilità. A volte l'umano ingegno supera se stesso e riesce a concepire e realizzare monumenti a entrambe le cose. L'Ordine dei Giornalisti è il frutto di tanto deliberato sforzo. A cosa è servito, infatti, e a cosa serve l'Ordine? La risposta la diamo noi: non è servito e non serve a garantire la qualità, il rigore e la "libertà" dell' informazione, compresa quella televisiva. È servito e serve, a tutelare i privilegi corporativi dei cooptati dall'Ordine, soprattutto dalla concorrenza di migliaia di giovani costretti ad anni di impiego precario e a umilianti trafile burocratiche. L'Ordine dei giornalisti, la cui ragnatela si vorrebbe stendere anche nel regno del disordine creativo di Internet, è un retaggio corporativo ereditato dal fascismo, contrario all'articolo 21 della Costituzione e palesemente in conflitto con le norme europee sulla libera circolazione dei lavoratori (articolo 39 Trattato di Roma). Ricordiamo le parole di un grande liberale e Padre della Patria, Luigi Einaudi: «Idea da pedanti, da falsi professori, da giornalisti mancati, da gente vogliosa di impedire agli altri di pensare con la propria testa. L'albo è un comico non senso, è immorale perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero»; e ancora: «È come se, per scrivere poesie, ci si dovesse iscrivere all'ordine dei poeti». L'Ordine va abolito per il bene della libera informazione (lo stesso vale per il Sindacato della stampa, FNSI e per tutte le burocrazie inutili che vanno avanti a stanchezza e marche da bollo), come chiesero la stragrande maggioranza degli elettori italiani che parteciparono al Referendum radicale del giugno 1997, pur vanificato dal mancato raggiungimento del quorum.

Marco Battistini, Mauro Cascio


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