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Latina. Israele da tutti i balconi. La bandiera della Pace va malissimo. La
maggioranza silenziosa sa quali sono i valori di riferimento
Passeggiando per il centro storico di Latina balza subito all'occhio
l'esiguo numero di bandiere dei "pacifisti". Questo dato deve far
riflettere, perché indice del sostanziale fallimento del pacifismo
a tutti i costi su cui più volte abbiamo insistito anche nel
nostro quotidiano. Già dichiararsi "pacifisti" è un punto di vista
sbagliato, per il semplice fatto che nessuno è per la guerra. Si tratta
piuttosto di vedere, se e come sia possibile evitare il conflitto, come
per esempio indicato dal "pacifismo" intelligente dei radicali italiani.
È come quando ci si dichiara "a favore della vita", come se ci fosse qualcuno
a favore della morte. Ed è altrettanto facile dichiararsi contro i tumori,
contro l'Aids, contro la fame del mondo. Un esercito di ingenui allo sbaraglio,
utili ad una minoranza politica che si attacca a tutto pur di cavalcare qualcosa.
Come quando si parla di una inesistente,
nei fatti storici, "questione palestinese".
Israele, come entità nazionale, esiste almeno dal 1300 avanti Cristo.
Dell’entità nazionale palestinese si ha notizia solo dal 1967.
Per più di
un millennio Israele ha governato quel territorio come suo regno. Nel 70
d.C. l’esercito di Roma devastò Gerusalemme, il Tempio e distrusse
l’entità
statale ebraica. Ma in quella culla della nazione restò sempre una
presenza
ebraica, fino al Novecento. Gerusalemme non è mai stata capitale di nessuno
stato arabo o musulmano, non è neanche menzionata nel Corano.
È stata solo
capitale di Israele, dal tempo di David. Israele è l’unico stato
indipendente che sia esistito ad Ovest del Giordano. Gli arabi non hanno
neanche un nome per designare questa regione (Palestina infatti è il nome
usato dai romani).
Nell’Ottocento è una terra quasi disabitata. Arrivano pionieri ebrei e
inizia uno sviluppo che attira anche emigranti arabi. L’emigrazione
ebraica
aumentò nel Novecento con quella araba. La Dichiarazione di Balfour del
1917 riconosce per la prima volta il diritto a “una Casa Nazionale
ebraica”. Iniziano anche le aggressioni arabe contro gli ebrei. Durante la
seconda guerra mondiale le élites arabe si schierarono con la Germania
nazista.
Nel 1947 l’Onu offre uno Stato autonomo sia agli ebrei che agli arabi della
regione. Gli ebrei costituirono lo Stato d’Israele, gli arabi invece si
rifiutarono di fare il loro. Giordania ed Egitto aggredirono Israele e si
impossessarono del territorio destinato allo Stato palestinese. Gli arabi
che lo vollero poterono continuare a vivere in Israele. Quelli che se ne
andarono lo fecero, in maggioranza, su incitamento dei loro dirigenti. Un
eguale numero di ebrei invece furono cacciati dai paesi arabi. Tutti i
profughi ebrei trovarono ospitalità in Israele, paese piccolo come una
regione italiana e sovrappopolato. I profughi palestinesi invece non
trovarono accoglienza in nessuno dei tanti stati arabi, alcuni dei quali
perpetrarono vere stragi di palestinesi nell’intento di cacciarli via.
Eppure quelli arabi sono Stati sovradimensionati rispetto alla popolazione
(l’immensa Arabia Saudita ha solo 19 milioni di abitanti). Agli arabi, nel
corso del Novecento, è stato dato il 99 per cento di quelle terre. A
Israele solo l’1 per cento (quello senza petrolio). Ma lo si ritiene un
abuso.
Dal 1948 al 1967 i palestinesi non chiesero a Egitto e Giordania la
restituzione delle loro terre per costruire il loro Stato che del resto non
era mai esistito. L’obiettivo proclamato dai palestinesi era solo la
distruzione di Israele. Nuove aggressioni militari dei paesi arabi contro
Israele si conclusero con la vittoria di Israele e la conquista da parte
sua dei territori palestinesi.
Israele non ha esitato a restituire all’Egitto le zone conquistate una
volta raggiunta una pace vera. Il governo israeliano ha
proposto
ad Arafat l’istituzione di uno Stato palestinese sul 95 per cento dei
Territori (comprendenti Betlemme, la città di David, ed Hebron, la
città di
Abramo) e perfino su Gerusalemme est: l’area del Tempio di Salomone. Arafat
per tutta risposta scatenò l’Intifada, mandando i bambini al massacro per
coprire i cecchini. Da allora i kamikaze palestinesi fanno stragi fra i
civili in Israele.
Sotto gli arabi i luoghi di culto ebraico sono stati profanati e agli ebrei
è stato negato l’accesso. Sotto Israele sia musulmani che cristiani possono
recarsi nei loro luoghi sacri che lo Stato protegge. I palestinesi
cristiani subiscono continue intimidazioni e violenze dagli islamici e sono
costretti ad andarsene. La loro presenza in Terra Santa è ormai esigua.
Israele è l’unico paese democratico della regione e non ha obiezioni di
principio all’esistenza di uno stato palestinese. Mentre nel sito internet
ufficiale dell’Autorità Nazionale Palestinese, Israele tuttora non esiste,
è cancellato dalla cartina. I palestinesi sono stati rovinati dai loro
leaders. Paradossalmente la loro speranza è Israele, un paese laico, occidentale,
democratico. Per tutto questo si
deve difendere e sostenere Israele.
Per questo sui balconi di Latina, come "simbolo", più che una inutile e scemotta
bandiera della pace si dovrebbe sventolare, con quella Americana, la bandiera
d'Israele.
Mauro Cascio
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