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Latina. Immigrati, pensare l'integrazione. Alfredo Mantovano: « La legge Bossi-Fini prevede la formazione direttamente nei loro Paesi d'origine»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Alfredo Mantovano, Sottosegretario di Stato
al Ministero dell'Interno. La formazione professionale dei lavoratori extracomunitari
nel comparto agricolo è anche uno strumento di integrazione e risposta alla
esigenze di sviluppo delle imprese italiane? «Tutto ciò che va nella direzione di una
effettiva integrazione è positiva. La legge Fini-Bossi prevede addirittura la formazione
nei Paesi d'origine. Uno strumento privilegiato per entrare in Italia». Che tipo
di politica agricola deve essere fatta per evitare l'immigrazione clandestina?
«La regolarità deve essere al primo posto. Lo strumento legislativo deve vincolare
il contratto di lavoro al permesso di soggiorno». Non c'è pericolo di irrigidimento, da un
punto di vista liberale e liberista?
«Non si può chiamare irrigidimento il rispetto delle regole. Soprattutto se anche l'Unione
Europea preme in questo senso». Come attutire l'impatto tra la società italiana e la
società multietnica? «Tanto più ci si avvia dall'uscita dall'ermergenza, minori saranno
i problemi di accettazione». Clandestinità e criminalità, una dualità indissolubile?
«Direi che è un dato fisiologico. Bisogna stare attenti e lavorare. Senza allarmismi».
Elisabetta Rizzo
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