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Latina. Legambiente sul Termoinceneritore. «Altrove è un grosso problema per tutti.
Qui da noi invece è un grosso guadagno per pochi»
Era una vecchia idea di alcuni dirigenti dell'ENEL, quella di trasformare il Cirene in un
banale forno per smaltire rifiuti. Racconta Roberto Lessio di Legambiente:
«Ne parlò per la prima volta l'Ing. Messore (già Direttore Generale del Cirene stesso),
durante una seduta del Consiglio Comunale di Latina, tenutasi nel giugno del 1996.
Coloro che avevano voluto, a tutti i costi, spendere oltre mille miliardi di vecchie lire
(il più grande investimento di denaro pubblico realizzato in provincia di Latina), ora ci
proponevano una "riconversione" dell'impianto che, tra l'altro, aveva il "pregio" di andare
ad aggiungere altro inquinamento là dove c'era già, con ogni probabilità, quello radioattivo.
L'idea sembrava già di per se sufficientemente scema da poter essere abbandonata da subito,
ma non fu così.
Due anni or sono, allorché il Premio Nobel C. Rubbia, si azzardò di proporre la trasformazione
dell'impianto in una centrale solare, s'inalberò l'allora Assessore all'Ambiente Cecinelli,
il quale contestò all'illustre scienziato, il fatto di aver formulato quella proposta senza
averlo preventivamente informato.
Ora è chiaro perché secondo l'amministrazione comunale, quel sito non poteva e non doveva
essere riconvertito per produrre energia da fonti pulite.
Così come, solo ora, risulta perfettamente chiaro come mai l'ENEL (nel frattempo privatizzata),
sia entrata nel pacchetto azionario di alcune società che dalle nostre parti "spopolano" nei
rapporti con l'amministrazione pubblica.
Parliamo, oltre che di Acqualatina Spa, soprattutto di quella Central Park che l'ex sindaco
Finestra voleva convenzionare a tutti i costi, nonostante l'imminente scadenza del suo
mandato, per la realizzazione e la gestione centennale delle Terme e del Parco Tematico del Lido.
A ben vedere si tratta di una gigantesca partita di giro, dove l'ENEL metterà a frutto il
capitale investito nelle strutture (con denaro pubblico) del Cirene, andando a penalizzare
ulteriormente il comprensorio della Marina e di Torre Astura, per poi girarlo nell'impresa
(privata) che si dovrebbe realizzare quattro chilometri più in là, esattamente al confine del
Parco Nazionale del Circeo.
Rientra dalla finestra, quel progetto che era stato ufficialmente allontanato attraverso
la porta dal nuovo sindaco di Latina. Tutto secondo tradizione quindi: nuova servitù per
vecchi asserviti; denaro pubblico per investimenti privati; penalizzazioni paesaggistiche
verso le ultime aree pregiate; "nuovi" amministratori pronti a giurare che tutto sarà
"più bello e più grande che pria", visto che il consenso elettorale non è certo un problema.
Naturalmente, per indorare meglio la pillola si parla di realizzare in prima battuta un
"centro di trasferenza" dei rifiuti e poi eventualmente del termoinceneritore, ma la sostanza
non cambia.
Mentre nelle altre parti del paese si sta spingendo a fondo il meccanismo di raccolta
differenziata "porta a porta" e mentre le industrie che utilizzano materiali di recupero
stanno facendo grosse pressioni per potenziare questo tipo di raccolta, visti gli elevati
costi del petrolio nell'ultimo periodo, qui da noi ci si appresta ad affrontare l'annoso
problema dello smaltimento dei rifiuti con una soluzione che è peggiore del problema.
Costruire adesso un termoinceneritore che potrà smaltire solo la frazione combustibile
dei rifiuti (riducendone il volume ed aumentandone la pericolosità), che comunque avrà
bisogno di una discarica di servizio per smaltire le "scorie" (a proposito perché non usare
la vecchia centrale?), vincolerà tutto il comparto provinciale a quella forma di smaltimento
per almeno vent'anni. Il tutto senza nemmeno sapere quanto costeranno i derivati del petrolio
(senza i quali il termoinceneritore è perfettamente inutile) da qui all'anno prossimo.
Costa dieci volte meno adibire uno dei tanti capannoni presenti nella nostra zona ad impianto
per la selezione e il trattamento dei rifiuti, i quali, una volta privati della frazione
organica, sono dei materiali inerti e facilmente stoccabili da qualsiasi parte in attesa
di essere riciclati. È un'operazione che da altre parti hanno realizzato in quattro mesi.
Ma da quelle parti i rifiuti sono considerati un grosso problema per tutti.
Qui da noi continuano ad essere un grosso guadagno per pochi».
Mauro Cascio
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