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Aprilia. «Zio Vania». Andrea Giordana: «Amo Anton Cechov perché sembra conoscere i più contraddittori sentimenti, impulsi, ansie dell'uomo»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Andrea Giordana, in scena ad Aprilia in "Zio Vania", il capolavoro di Anton Cechov. La storia parla dell'intrusione di due corpi estranei di città, nel tessuto, operoso e consolidato, di una famiglia impegnata nel mantenere in vita una malandata proprietà terriera. L'intrusione sconvolge la vita di tutti, esalta le contraddizioni personali che sonnecchiavano sotto pelle, esaspera le diversità caratteriali e culturali, ma soprattutto provoca un rigurgito di autocoscienza, che costringe tutta la famiglia, nella stretta di sentimenti avviliti o offesi, a un rendiconto del come si è arrivati a quel punto e su cosa li attende da quel momento in poi. Alla fine, tutti riconoscono che solo l'espulsione dei due corpi estranei può restaurare una vita appena vivibile. Ottimismo o pessimismo? Quanto se ne è discusso. Quanti pronunciamenti estremi e inutili. Della vita, e dei suoi abitanti, Cechov, sembra conoscere i più contraddittori sentimenti, impulsi, ansie, e per questo, forse, evita i soliti attacchi di determinismo moralistico e con un sentimento di laica pietas, lascia nelle mani dei suoi personaggi e al nostro cuore, il loro futuro.

Claudio Ruggiero

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