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Roma. Giustizia e Reati d'Impresa. Michele Vietti: «Il nostro legislatore ha scaricato le incertezze al giudice. Salvo poi lamentarsi»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Michele Vietti, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. La criminalità economica è sempre più al centro del dibattito... «Non è un buon sistema economico quello in cui il rischio d'impresa e il rischio penale si confondano troppo facilmente. Con la riforma del diritto societario abbiamo voluto costruire un sistema in cui la garanzia di trasparenza fosse interna alla soluzione d'impresa e non esterna, affidata alla Magistratura che spesso arriva tardi e con effetti qualche volta dirompenti. Bisogna che il sistema imprenditoriale si rinforzi in termini di possibilità di controllo. Questo non vuol dire fare scomparire le sanzioni penali ma relegare le sanzioni stesse a margine. Urge un codice di comportamento, una sorta di autoregolamentazione, predisposto dalle associazioni di categoria, approvato, certificato, dal Ministero». La cultura della legalità si dà così un po' per scontata... «La cultura della legalità è fondamentale e bisogna far maturare nei cittadini e negli imprenditori la convinzione che la correttezza, la deontologia, il rispetto morale non sono solo "doveri etici" ma anche un modo per fare meglio impresa. Si sta meglio sul mercato e in maniera più redditizia». Ma la disciplina legislativa odierna – nello specifico il decreto legislativo 231 del 2001 – che tipo di soluzioni offre rispetto alla responsabilità dei protagonisti d'impresa? «Costruisce un meccanismo per cui le società predispngono un codice di cui poi il Ministero garantisce la qualità. Il responsabile dell'impresa che rispetta il codice di comportamento dovrebbe avere una sorta di "assicurazione" sul rischio penale. Ma così non è, perché oggi un Giudice potrebbe comunque accertare la responsabilità». Oggi c'è dunque una falla nel sistema normativo? «Il nostro legislatore ha risolto il problema scaricando tutte le responsabilità sul giudice penale. Salvo poi a lamentarsi se e quando il giudice penale è troppo interferente sul mondo economico. Questa è una tentazione, in realtà, a cui lo abbiamo indotto noi».

Elisabetta Rizzo

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