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Latina. Sboom! Maddalena Crippa: «Colpevole la televisione e i media in generale. Il loro
livello qualitativo si è negli anni abbassato notevolmente»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Maddalena Crippa nel capoluogo per la stagione
di prosa in «Sboom!».
Sulla scia di "Canzonette vagabonde" Maddalena Crippa prosegue con la sua nuova esperienza
di cantante-attrice, di intrattenitrice "colta", che applica ora in un altro campo le sue
doti e la sua maturità di interprete di prosa: in "Sboom!", ovvero "Canti e disincanti
degli anni 60 e dintorni". Lei regge da sola il palco per due ore di spettacolo, insieme
solo ad un gruppo di musicisti guidati da Alessandro Nidi. In un viaggio che spazia dalle
canzoni di Tenco e De Andrè a quelle di Jannacci, da Paolo Conte a Modugno a Guccini, senza
però dimenticarsi un "medley" dei successi più "disimpegnati" di quegli anni, da "Tintarella
di luna" a "24mila baci" fino a "Stasera mi butto". Ma ci sono anche brani letterari, da
Zavattini (che inventò il termine ironico "Sboom") a Pasolini ("La religione del mio tempo" e
non solo), da Testori a Mastronardi. Del resto, Maddalena si impegna a far sfumare, se
non ad abolire, i confini fra pezzo recitato e cantato, affrontando alcuni brani musicali
dicendo, semplicemente, i loro testi come se si trattasse di poesie, solo con qualche
accenno di canto. L'idea - in sintonia con le atmosfere di "L'annaspo", di Raffaele Orlando,
interpretato dalla Crippa nella stagione scorsa - è di presentare l'altra faccia, quella
nascosta (ma non tanto) degli anni 60: un'epoca grama, di immigrazione, di vita povera dura,
e precaria, tra fabbrica, periferie senza luce e case "a ringhiera", segnata da una
brillantezza solo esteriore e posticcia, vagamente frenetica, rispecchiata con esattezza
dagli "Hit" musicali del tempo. Un'epoca amara, che pare immersa nelle nebbie di una
Milano e di una Lombardia chiuse, dove si possono vivere storie durissime (Mastronardi),
teneri, ardui amori (Testori), grottesche storie di mala (Jannacci). Nel suo reinterpretare,
rivivere in maniera originale i brani musicali la Crippa si allontana in modo totale -
dai modelli, e arriva ad una profondità, a una resa grintosa, aspra, personale che la
porta pure a "recitare" le canzoni come se fossero la parte di un vero e proprio
personaggio teatrale.
Claudio Ruggiero
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