Venerdì 02/05/2025 
Parvapolis
categorie
Home page
Appuntamenti
Cronaca
Cultura
Economia
Politica
Sport


Parvapolis >> Cultura

Latina. Sboom! Maddalena Crippa: «Colpevole la televisione e i media in generale. Il loro livello qualitativo si è negli anni abbassato notevolmente»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Maddalena Crippa nel capoluogo per la stagione di prosa in «Sboom!». Sulla scia di "Canzonette vagabonde" Maddalena Crippa prosegue con la sua nuova esperienza di cantante-attrice, di intrattenitrice "colta", che applica ora in un altro campo le sue doti e la sua maturità di interprete di prosa: in "Sboom!", ovvero "Canti e disincanti degli anni 60 e dintorni". Lei regge da sola il palco per due ore di spettacolo, insieme solo ad un gruppo di musicisti guidati da Alessandro Nidi. In un viaggio che spazia dalle canzoni di Tenco e De Andrè a quelle di Jannacci, da Paolo Conte a Modugno a Guccini, senza però dimenticarsi un "medley" dei successi più "disimpegnati" di quegli anni, da "Tintarella di luna" a "24mila baci" fino a "Stasera mi butto". Ma ci sono anche brani letterari, da Zavattini (che inventò il termine ironico "Sboom") a Pasolini ("La religione del mio tempo" e non solo), da Testori a Mastronardi. Del resto, Maddalena si impegna a far sfumare, se non ad abolire, i confini fra pezzo recitato e cantato, affrontando alcuni brani musicali dicendo, semplicemente, i loro testi come se si trattasse di poesie, solo con qualche accenno di canto. L'idea - in sintonia con le atmosfere di "L'annaspo", di Raffaele Orlando, interpretato dalla Crippa nella stagione scorsa - è di presentare l'altra faccia, quella nascosta (ma non tanto) degli anni 60: un'epoca grama, di immigrazione, di vita povera dura, e precaria, tra fabbrica, periferie senza luce e case "a ringhiera", segnata da una brillantezza solo esteriore e posticcia, vagamente frenetica, rispecchiata con esattezza dagli "Hit" musicali del tempo. Un'epoca amara, che pare immersa nelle nebbie di una Milano e di una Lombardia chiuse, dove si possono vivere storie durissime (Mastronardi), teneri, ardui amori (Testori), grottesche storie di mala (Jannacci). Nel suo reinterpretare, rivivere in maniera originale i brani musicali la Crippa si allontana in modo totale - dai modelli, e arriva ad una profondità, a una resa grintosa, aspra, personale che la porta pure a "recitare" le canzoni come se fossero la parte di un vero e proprio personaggio teatrale.

Claudio Ruggiero

 Riproduci il filmato oppure procedi con il download.

PocketPC visualization by Panservice