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Latina. American Party al Mc Donald's. I Radicali Pontini: «Una contromanifestazione per
affermare i valori della democrazia e della libertà»
I Radicali pontini sposano con entusiasmo la proposta di Giuliano Ferrara
dell'Usa Day e, sabato pomeriggio, daranno vita ad un "American Party"
presso il Mc Donald's di Latinafiori per affermare i valori di democrazia e
libertà. «La nostra è una reazione al brutto spettacolo che abbiamo visto in piazza.
Un caso di analfabetismo politico, guidato da estremisti ideologici e da leader che
accompagnavano il cuore pulsante della folla verso il più cinico dei nulla.
Le manifestazioni "pacifiste" sono festival ecologici e apocalittici.
Vivono di musica, di televisione in diretta, di colori neutri dell'arcobaleno, di sollecitudine
umanitaria sempre più ambigua. I discorsi non contano più, la piattaforma non c'è,
le manifestazioni non sono più una scuola di politica ma di antipolitica. Prevalgono
grottesche e inspiegabili rivalità di appartenenza tra gli organizzatori, e il ricordo
dei sessantotto giorni di bombardamenti a tappeto sul Kossovo sta sullo sfondo a ridicolizzare
gli ex adulti dell'Ulivo che indossano i pantaloni corti dei boy scout. Sono profondamente
ipocrite, quella bandiere. Il drappo azzurro dell'Onu pendeva l'altro giorno da un palco romano
affollato di leader del centrosinistra che hanno riscoperto il primato delle Nazioni Unite.
solo dopo che le Nazioni Unite sono entrate in stallo diplomatico per un veto francese
in funzione antiamericana, condannandosi all'emarginazione: fino ad un minuto prima
la pace era invocata senza se e senza ma e la guerra era condannata con o senza l'Onu,
un minuto dopo la rottura nel consiglio di sicurezza il diritto internazionale
è diventato l'insincera parola d'ordine di una leadership biforcuta.
Bisognerebbe, se si vuole la pace nel mondo, se si vuole la sconfitta del terrorismo,
se si vogliono risolvere i veri problemi dell'umanità dopo la fine della Guerra fredda,
aiutare la gente a pensare la guerra come un problema, non a esorcizzarla come un demonio.
Bisognerebbe rispondere con sicurezza alla domanda: da che parte stiamo?
Si dovrebbe escludere con forza morale che il pacifismo possa essere la copertura del
regime di Saddam Hussein. Bisognerebbe rispettare lo sforzo alleato di condurre la guerra
riducendo al massimo il danno per le popolazioni civili, mescolando la decisione militare
di disarmare e liquidare Saddam con la trattativa interrotta per ottenere la resa delle
truppe irachene. Invece per questo movimento è sempre festa, è sempre musica, per di più
brutta, è sempre discoteca e sballo, cortocircuito conformista e reality show, mai un gesto
verbale e materiale di vera compassione, di intelligente pietà politica per il modo in cui
è messo il mondo dopo l'11 settembre. Il pensiero unico, la deriva plebiscitaria, i sondaggi:
è un nutrimento insufficiente per qualsiasi politica, una condanna storica per una
sinistra cinica, che aspetta solo i morti civili provocati da Saddam per scatenare
l'ultima crociata di solidarismo apocalittico».
Mauro Cascio
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