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Latina. Educare alla Democrazia. Pietro Scoppola: «La Chiesa Cattolica sperò in Mussolini
per tornare ad una idea di Stato preliberale»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Pietro Scoppola,
ordinario di Storia contemporanea all'Università "La Sapienza" di Roma.
«La democrazia è qualcosa di molto complesso, frutto di una lunga
storia che viene da lontano. È la regolazione di un conflitto,
con regole chiare e precise tra chi vince e chi perde. La società
infatti è conflittuale. Ci sono conflitti di idee, di interessi,
di culture.
Importante è sottolineare comunque
il concetto di male. Il male che è insito nell'uomo e non ad esso
esterno. Qui hanno sbagliato tutte le rivoluzioni, di destra e di
sinistra, quando hanno ritenuto che si potesse giungere ad uno
Stato "ideale", "edenico", semplicemente distruggendo un ordine
costituito e "corrotto". Non è possibile raggiungere una volta e per tutte
il Regno della Libertà. L'uomo è fallibile, dunque. La cultura
democratica è realista, non si fa illusioni sull'uomo.
Il rapporto della chiesa con la democrazia è stato sempre conflittuale, basta
pensare al Sillabo e a Pio IX. Da allora molto è cambiato e le dinamiche proprie
della democrazia pian piano sono state acquisite, negli anni, anche dai cattolici italiani.
Nel novecento nasce la democrazia cristiana, come concetto e non come partito, con quello
di "partecipazione attiva".
I regimi autoritari europei, Franco in Spagna ma soprattutto Hitler in Germania e Mussolini
in Italia rappresentano una sfida dura. Perché si fa strada per un momento
negli ambienti cattolici un'illusione ad un ritorno allo Stato Etico, allo Stato
Confessionale. Si spera cioè che grazie alle dittature possano essere sconfitte le ideologie
laiche e liberali e tornare allo Stato pre-liberale.
Ed è stata la grande illusione. Illusione di cui ci si rende conto subito dopo il
Concordato, con la crisi per l'Azione Cattolica. Nella tragedia della guerra, che segna
la storia del secolo, si parla già della dignità della persona umana come fondamento
della democrazia. La democrazia viene finalmente riconosciuta, anche dalla chiesa,
non come una forma di governo qualsiasi, preferibilmente da evitare, ma come
l'unica forma di governo possibile. Questa evoluzione della chiesa è stata importante
per tutti, anche per il mondo laico. Oggi noi dobbiamo condividere i nostri valori,
non imporli. Bisogna "educare alla democrazia". Il travaglio che la chiesa ha
vissuto per arrivare all'accettazione della democrazia ci deve far riflettere»
Michele Fabietti
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