Parvapolis >> Cultura
Gaeta. A proposito di "pacifismo". Alberto Asor Rosa: «Non penso sia inutile né folkloristico.
A patto che apprezzi il valore della democrazia»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Alberto Asor
Rosa, docente di Letteratura Italiana, uno degli
intellettuali più noti a livello europeo.
Già nel suo libro, "La guerra. Sulle forme attuali della convivenza umana",
lei aveva in qualche modo vaticinato il ritorno alle armi da parte dell'America
e delle democrazie occidentali...
È guerra. Che dire?
«L'America ha le carte più forti. Il processo è lungo e si compierà
nei prossimi anni e nei prossimi decenni».
C'è chi nei movimenti pacifisti, a parte la faziosità e un
a volte dichiarato sentimento filo-Baghdad delle frange
più pericolose ed estreme, ha sottolineato la sostanziale
vacuità, l'inefficacia propositiva, la superficialità...
«Io onostamente non penso, come è stato scritto, che questi
movimenti siano stati e siano solo "folkloristici". Sono
anche convinti che abbiamo una grande utilità, a patto che
si soffermino su un diverso ragionamento sulla guerra e sulla
pace, allargando meglio, con una maggiore comprensione, la sfera dei
loro obiettivi. In particolare non deve sfuggire che c'è un nesso
strettissimo tra le ragioni della guerra e le ragioni della democrazia.
Non basta schierarsi a priori contro la guerra. Bisogna anche
schierarsi con quel pacchetto di valori, di ragioni che ci consentono
di continuare a contare. Quello che viene messo in discussione dalla politica
della guerra è il nostro modo di essere individui di fronte alla storia,
dentro un sistema democratico effettivamente funzionale. I pacifisti non sono inutili.
Il contrario. Ma devono
ragionare su tutto l'insieme».
Alberto Asor Rosa è nato a Roma il 23 settembre 1933. Professore di I fascia dal 1972, è titolare della cattedra di Letteratura Italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", dove dirige il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari.
Ha segnato i suoi esordi con la demistificazione dei principali "luoghi comuni" della cultura letteraria contemporanea.
Si è quindi occupato di argomenti relativi al Trecento e Cinquecento, al Seicento (Controriforma), all'Ottocento (Manzoni, Verga e il verismo) e al Novecento.
Si è dedicato con passione alla critica militante; ha seguito e segue con continuità la produzione letteraria contemporanea.
Autore di monografie sui principali autori della letteratura italiana, (Boccaccio, Guicciardini, Sarpi, Verga, Collodi, Michelstaedter, Campana, Calvino), ha firmato riflessioni sul "canone" dei classici italiani e sulle origini della letteratura italiana. Direttore de La letteratura italiana Einaudi, ha scritto una Storia della Letteratura italiana, più volte ristampata.
Glauco Di Mambro
Riproduci il filmato oppure procedi con il download.
|