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Fondi. MOF. Giuseppe Savani (Ugl): «Una serie di irregolarità e di mancanze che andiamo lamentando da tempo. E uno sperpero di denaro»

Ci sono voluti anni, milioni d'euro e tanto lavoro per la ristrutturazione e l'ampliamento del centro alimentare all'ingrosso di Fondi i risultati, però, sono pessimi. I lavori non sono ancora conclusi e il complesso si mostra fatiscente e poco sicuro. La centrale frigorifera del Mof, considerata "cantiere" e le relative celle, è stata messa a disposizione dei commercianti del Mof. Tale struttura è però priva di piano di sicurezza, collaudo e dispositivi antincendio; parte del pavimento, non ancora utilizzata, presenta le prime lesioni; nel locale sala macchine, che alimenta l'impianto, circola ammoniaca la quale, essendo una sostanza altamente tossica, in caso di fuga creerebbe gravi problemi non solo agli addetti al controllo della centrale, ma anche a tutti gli operatori e frequentatori della struttura; dall'impianto elettrico fuoriesce acqua, cosa non normale, che costituisce un ulteriore rischio per i frequentatori; le uscite di sicurezza sono insufficienti; le stesse celle frigorifere invece di conservare i prodotti li rovinano; i compressori della sala macchine emettono un rumore assordante per via della mancanza di un rivestimento antiacustico; gli addetti ai lavori hanno continuamente violato il D.lg. 626/94 non mettendo in atto le relative norme di sicurezza. Con riferimento all'accordo stipulato, qualche giorno fa, tra l'ente gestore del Mof, la Federlazio e un sindacato, relativo alla risoluzione del contratto d'appalto tra Mof e le società che ne gestiscono i "servizi" di portierato e custodia, Giuseppe Savani r.s.a. dell'UGL terziario giudica tale situazione una beffa perché non si può stipulare un accordo senza averne precedentemente messo a conoscenza i diretti interessati. S'intende, inoltre, far presente che i servizi di pulizia e la gestione della centrale frigorifera sono stati assegnati in appalto alle stesse società che gestiscono i servizi di portierato e custodia, violando in tal modo la legge 1369/60 sull'intermediazione di mano d'opera, difatti sarebbe più giusto se i lavoratori impegnati in questi servizi fossero assunti direttamente dalla Mof. Sono stati richiesti una serie d'incontri, sia a carattere locale sia regionale, con la speranza di trovare una soluzione per il benessere dei lavoratori. Sarebbe, inoltre, opportuno che la regione Lazio, in qualità d'azionista di maggioranza della Mof S.p.a., s'impegnasse nella risoluzione di tali problemi riportando la serenità all'interno di una società che, per troppi anni, è stata gestita in modo sbagliato e che ha costretto i lavoratori ad aprire una serie di vertenze per vedere riconosciuti i propri diritti. Tutto ciò ha causato una gran quantità di sperpero di denaro che alla fine ha lasciato un segno nelle casse della società.

Mauro Cascio


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