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Latina. Dal Romanzo d'amore al Romanzo storico. Con l'incontro di Nino Piccione torna
la grande cultura su ParvapoliS. Da oggi on-line
Torna la cultura a ParvapoliS. Dopo Marcello Veneziani, Gianfranco
De Turris, Giano Accame, Giacomo Marramao, Riccardo Pedrizzi gli "incontri" ideati
e prodotti dalla nostra testata presentano oggi «Dal romanzo d'amore
al romanzo storico», un confronto tra Domenico Cambareri, filosofo
ed editorialista di ParvapoliS e Nino Piccione, scrittore e caporedattore
della Rai che presenta il suo romanzo «Il barone di Militello».
Ambientato nel quattrocento siciliano «Il barone di Militello» ha come protagonista
principale Antonio Piero Barresi, uno dei potenti Baroni che osavano sfidare lo stesso
potere di Madrid avendo ereditato, con i feudi e il dominio delle popolazioni, il diritto
di vita e di morte. Accanto a lui, la giovane sposa che resterà vittima di odiose calunnie,
e altri personaggi su cui incombe, come una tragedia greca, una sorta di nemesi. Sono
vicende di amore e morte, di tenerezza e crudeltà, di condanne e di perdoni, di colpe e
redenzioni, che si innervano in avvenimenti storici. Tra l'altro, la persecuzione degli ebrei,
che dalla Spagna si estende al Vicereame di Sicilia, nonostante l'opposizione dei Baroni
i quali difendono l'autonomia, i diritti e le prerogative del Parlamento. Gli ebrei saranno
costretti, però, a lasciare l'isola o ad accettare forzate conversioni. Molte pagine sono
dedicate all'attività dell'Inquisizione con i processi, le condanne, i roghi; alle incursioni
dei Mori nelle zone rivierasche, ma anche al ricordo della dominazione musulmana e al
contributo dato alla civiltà dell'Isola. Nino Piccione non ricostruisce solo il quadro
storico: fa respirare l'atmosfera di civiltà creativa, di vivacità intellettuale e
l'erudizione che consentirono la riscoperta di classici e la scoperta di filosofi e
matematici arabi con sorprendenti - per quei tempi e rispetto a quanto avveniva in Europa -
aperture cosmopolite, prive di pregiudizi culturali, etnici e religiosi che, da Federico II
in poi, hanno caratterizzato la cultura siciliana. Al di là della storia, avvicente nella
successione di colpi di scena, è sottesa e trasparente, in quest'opera, la ricerca
storiografica approfondita che riguarda tutti gli aspetti della vita sociale, religiosa e
culturale del periodo che sta a cavallo tra il Medioevo e l'Età moderna.
Nino Piccione è nato a Ramacca (Catania). Lasciato presto l’insegnamento (Lettere), è entrato
nel giornalismo. Ha lavorato per una decina d’anni al quotidiano "La Sicilia" di Catania.
Da tempo vive a Roma, impegnato nell’attività giornalistica e letteraria. Già caporedattore
della Rai, ha anche diretto per sette anni la rivista "Idea", rilanciandola dopo il
successo del dopoguerra. Frutto della sua esperienza giornalistica sono stati due libri:
«Un ministro tra Stato e violenza» (Premio Città di Reggio) sugli anni drammatici
(1968-1972) vissuti dal Paese mentre al Viminale c’era come ministro dell’interno
Franco Restivo; «Uragano Lockheed» (tre edizioni e Premio Sybaris Magna Grecia per la
saggistica socio-politica) sulla vicenda dell’acquisto degli "Hercules C-130". Ambedue i
saggi ebbero grande successo a livello nazionale e segnarono un importante passaggio
nella oggettività dell’informazione della saggistica politico-giudiziaria.
Con «Isola», la sua prima opera narrativa, ha vinto il Premio Villa San Giovanni con
una motivazione di Mario Pomicio. È seguita «Etneide», selezionata per il
Viareggio e, successivamente, Premio Internazionale Mediterraneo. Con il romanzo
«Vocazione Uomo» (due edizioni), che completa la trilogia dedicata alla sua terra,
si è aggiudicato il Premio Letterario Nino Savarese. Con «Vocazione Uomo», l’opera
più conosciuta dell’autore, il narratore dimostra di avere raggiunta grande intensità
poetica e sottili capacità d’introspezione. Ad un altro romanzo, «Memoria d’amore», è
andato il Premio Vanvitelli. Hanno fatto seguito i romanzi «Iaunua», che raggiunge forti e
ben convincenti livelli narrativi come «Vocazione Uomo», «Aldonza», «Il nido della cometa»
(premiato all’Università di Cracovia), e la pièce teatrale «Amori a confronto».
Tra gli altri premi: il Calliope, il Polifemo d’argento, il Dino del Bo, Il Geraci,
il Monreale e, per una raccolta inedita di poesie, il Palestrina.
Mauro Cascio
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