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Cisterna, Goodyear. An: «La sinistra ha preso in giro i lavoratori»

Dopo il fallimento del piano di reindustrializzazione del sito della ex Goodyear, intervengono l'onorevole Roberta Angelilli, deputato europeo di An e Alessandro Maola, Presidente del Circolo Ideasociale. «Abbiamo portato le rivendicazioni dei lavoratori della Goodyear fino a Bruxelles perché riteniamo una priorità difendere l'occupazione. Ma anche perché ci sembra assurdo che una multinazionale che aveva beneficiato di fondi e contributi nazionali ed europei sbaracchi in poco tempo e lasci senza lavoro centinaia di persone» - he detto Roberta Angiolilli - «Dopo l'accordo sottoscritto dalla triplice sindacale con il Governo, pensavamo che, seppure con condizioni non del tutto da noi apprezzate si riuscisse ad aiutare i lavoratori e ad inserirli nel ciclo produttivo. Oggi ci accorgiamo invece che tutte le promesse del Governo e dei sindacati erano delle vere e proprie bugie. E da come è stata gestita la cosiddetta "Task Force" che doveva gestire il reinserimento dei lavoratori si deduce che le bugie sono state dette in totale malafede: qualcuno già sapeva che l'accordo non sarebbe durato. Ma An non si arrende e riporterà ancora una volta il caso Goodyear al Parlamento Europeo. Non credano i signori dei sindacati e del Governo: non ci siamo affatto stancati di essere al fianco dei lavoratori, nonostante i tanti mesi passati inutilmente». «Ancora una volta scopriamo il vero volto delle sinistre, che promettono di essere al fianco dei lavoratori a parole, salvo poi dimenticarsene», ha aggiunto Maola, «Abbiamo assistito alle lamentazioni ipocrite di alcuni sindacati, che non hanno fatto nulla di realmente concreto per la risoluzione di questa vertenza. Ed abbiamo assistito alle sfilate di Carturan, che oggi fa finta di niente. Intanto centinaia di persone sono state burlate e si ritrovano oggi con un accordo che è carta straccia, con una reindustrializzazione che non avverrà e con la prospettiva assai teorica di essere inseriti in piani di reinserimento lavorativo attraverso lavoro interinale e quindi precario».

Mauro Cascio


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