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Priverno. Come uscire dalla violenza terroristica. Sufyan Abu Zaida: «Mi sento un prigioniero, un sospettato. I miei fratelli in carceri israeliane»

Sufyan Abu Zaida, Vice Ministro dell'Autorità Palestinese, ha deliberatamente ignorato le distinzione che venivano fatte, nel corso di tutta la conferenza del Ce.A.S. tra Stato democratico (Israele) che si difende, magari anche con forza eccessiva, da forme di terrorismo che non si fermano nemmeno davanti ai civili (quelle palestinesi). «Ho partecipato ai vari negoziati ma mi sono sempre sentito davanti ad una sorta di "guardia" israeliana non a diplomatici, quasi fossi un prigioniero, un sospettato. Dovevo accettare senza veti le condizioni poste ad Oslo mentre i miei fratelli erano e sono tutt'ora confinati nelle carceri perché macchiati del sangue israeliano. Le cause che hanno portato a far scemare gli accordi di Oslo sono state la mancata verifica ed il mancato monitoraggio del territorio, non la volontà presunta di distruggere Israele o gli Israeliani. La stessa intifada è stata causata dalle violenze degli Israeliani i quali credevano che l'unico modo per schiacciare la "resistenza" palestinese fosse l'utilizzo della forza. Credo che la sola via per raggiungere la pace sia la creazione di uno stato Palesinese però solo un terzo può aiutarci a trovare la giusta via. C'è un progetto che parla di soluzione in tre fasi: porre fine alle ostilità e alla violenza, ritiro dell'esercito Israeliano e normalizzazione delle condizioni di vita; costituzione di uno Stato Palestinese; realizzazione di un accordo permanente».

Elisabetta Rizzo


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