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Priverno. Come uscire dalla violenza terroristica. Rosario Priore, il giudice del caso
Ustica: «Alcuni Stati arabi appoggiano il terrorismo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS il giudice Rosario Priore.
Quale il ruolo della Magistratura inquirente contro il terrorismo?
«È stato sempre forte. A partire dagli anni di piombo. In questo
periodo c'è stata un'iniziativa più diffusa. Le inchieste di Milano
sono state finalizzate all'identificazione di diverse cellule
del terrorismo di matrice islamica, collegate con organizzazioni
come Al Qaeda. Così siamo riusciti a portarli a giudizio».
Lei ha sostenuto che il Magistrato può essere un Autore dei processi
di pacificazione. Che vuol dire? «È stato il nostro ruolo negli anni
scorsi. Il Magistrato qualche volta ha compiuto una attività di mediazione
e non solo di persecuzione dei reati». Ci sono forti segnali di
proselitismo? «Sì, ma non come negli "anni di piombo". Gli adepti
sono sempre dietro l'angolo. I giovani potrebbero esser preda
di questi "stregoni" che possono portarli con sé».
La sua considerazione sugli avvenimenti di questi giorni...
«Dopo il tentativo di esportare la democrazia in Iraq il rischio
è quello che esplodano le attività nel continente europeo di cellule
terroristiche rimaste fino ad oggi in sonno.
Ma esistono degli Stati che pilotano le organizzazioni terroristiche?
«Guardi, per la mia esperienza devo dire di sì. Ne ho visto più di uno.
Danno appoggi, istruzione, li favoriscono». E gli strumenti per
combatterli? Le azioni militari? «Le dobbiamo provare tutte.
Quella militare è l'azione più semplice, sì. A patto che subito dopo
vengano "pacificate" le popolazioni». Lei si è occupato del caso Ustica.
Delle connessioni con il terrorismo? «Ancora non è tempo che il giudice
istruttore parli perché in questo momento il processo è dinanzi la Corte
di Assise».
Elisabetta Rizzo
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