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Latina. Architettura, arredo urbano, storiografia. Massimo Rosolini: «Quella di
Pennacchi è soltanto una provocazione. Che però fa riflettere»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Massimo Rosolini,
assessore all'Urbanistica del Comune di Latina.
Arredo urbano è storiografia. Questo il tema
di un convegno cui lei ha partecipato.
Che possiamo dire di Latina? «Che c'è molto da fare.
Latina ha caratteristiche particolari. Bisogna saperle
interpretare e valorizzare. È una città che ha trovato
la sua fondazione in un momento storico molto interessante
per l'architettura e per l'arte in genere, a metà tra
innovazione e tradizione».
Lei ha invitato a non guardare ai dettagli, a una panchina,
a un lampione, ma alla città nel suo complesso.
È un riferimento preciso a nuovi strumenti?
«Intanto ad una nuova mentalità per garantire la qualità
architettonica degli interventi. Purtroppo in questo senso,
e non è solo il caso di Latina ma è così un po' in tutta
Italia, non c'è uno strumento per certificare la "qualità".
Non resta che la sensibilità degli amministratori. Incontri
come questo dimostrano che noi ci stiamo almeno provando.
Sempre a proposito di "strumenti" stiamo discutendo del Piano
Colore». Antonio Pennacchi, a proposito di Piano Colore,
ha proposto di dipingere rosso-fascio il nucleo di fondazione.
Lei cosa ne pensa? «La sua è una provocazione. Lui dice questo:
se dipingiamo di un unico colore la città di fondazione le diamo risalto
e la facciamo diventare quasi come un monumento. Un'operazione che
non è nemmeno nostalgica. Sarebbe un fatto "pop", esattamente il contrario
di quello che vorrebbe Pennacchi. Un progetto estremo che però stimola
pensieri interessanti».
Valeriano Cervone
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