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Latina. Sette, satanismo e criminalità. Francesco Barresi (ISPC): «Importante la
formazione e la didattica per poter prevenire le "deviazioni"»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Francesco Barresi, sociologo e criminologo,
fondatore dell'ISPC,
l'Istituto di Scienze Psico-Criminologiche.
Abuso di rituale satanico. Questo il principio della proposta di legge che una trentina
di deputati di Alleanza Nazionale, con alla testa il primo firmatario, l’onorevole
Roberto Alboni da Meda, Milano, presenterà al più presto alla Camera. Proprio mentre
è in discussione il disegno di legge Bondi sulla libertà religiosa.
Una iniziativa che ha già scatenato diverse polemiche, soprattutto quando
punge nel vivo la sensibilità laica e liberale della libertà di culto e di
associazione. «Una proposta violentemente illiberale. Per fortuna non vale
nemmeno la pena innervosirsi, visto che sarà anche impraticabile», hanno detto
in coro destra e sinistra. «Per tutte le preoccupazioni di Alboni, incluso
l' "omicidio rituale", la "scarnificazione", il "vampirismo" e il "cannibalismo" il
nostro sistema normativo è preparato»
Barresi, innnanzi tutto cosa è e a cosa serve l'ISPC?
«È un'associazione che prevede formazione e didattica nell'ambito psico-criminologico.
Va previsato che lo stesso "satanismo", che di per sé è un argomento demo-etno-antropologico
rientra nel nostro interesse solo se diventa anche "criminale". Vogliamo essere
di supporto con il sindacato di polizia e con il mondo accademico, mettendo a disposizione
il nostro know-how e il nostro background».
Formazione e didattica sono centrali nella lotta alla criminalità?
«La formazione e la didattica nelle scienze criminologico sono tutto.
È il fondamento dell'attività
di prevenzione per evitare la repressione che lo Stato spesso si trova costretto
ad operare sul campo. Bisogna andarci molto cauti in argomenti del genere ed evitare
confusione ed inutile allarmismo. Solo le analisi dei dati criminologici sono
la funzione protettiva nei confronti dei reati».
Per combattere la disinformazione, voi avete anche un sito Internet da poter visitare...
«Esattamente. Presto sarà attivo all'indirizzo www.ispcweb.it»
Lei ha anche scritto un libro dal titolo "Sette religiose criminale. Dal Satanismo
criminale ai culti distruttivi".
«È una analisi anche sociologica dei nuovi culti settari e criminali. Le metodiche
di "adescamento" le conosciamo. Ci possono essere poi dei rischi di reato, se l'individuo
viene in qualche modo "manipolato". L'omicidio rituale durante una messa nera rappresenta
ovviamente solo il caso più grave».
A che livello si pone il suo studio, nazionale o internazionale?
«Nazionale, prevalentemente. Ma qui e lì ci sono anche dei riferimenti internazionali,
quando ci sono dei dati di distribuzione delle sette sia in Italia che all'estero.
C'è per esempio un'attività preponderante al nord rispetto al sud. Le zone più
industrializzate, come il Piemonte o la Lombardia, sono humus fertile per il Verbo
di Satana».
Queste sette fanno molti proseliti?
«Non moltissimi, ma li fanno. Sono in continua crescita. Le sette in genere portano
un messaggio di speranza "altra" all'individuo e si pongono in aperta contrapposizione
alle religioni tradizionali. Hanno, diciamo così, questo lato seducente. Anche se
occorre sempre tener presente la distinzione tra setta, anche satanica, e setta
satanica criminale».
Una delle Istituzioni più prestigiose e importanti dell'Occidente,
uscita recentemente a testa alta dalle inchieste
giudiziarie degli anno novanta, la Massoneria, è spesso
accusata, dalla imagerie popolare e da una certa disinformazione della militanza
politica estrema, di "settarismo". E questo
malgrado il giudizio degli storici, delle discipline
demo-etno-antropologiche (Lenoir-Masquelier), e malgrado lo stesso
centro studi cattolico, il Cesnur, che ha anzi riconosciuto
nei valori fondanti della Massoneria, la libertà, il relativismo,
la tolleranza, il cosmopolitismo, principi opposti allo spirito settario. Lei
cosa ne pensa?
«La Massoneria non è una setta. Non è nemmeno un
culto o una religione. E non ha nulla a che vedere con la criminalità.
È una istituzione, formatasi storicamente dalle
Corporazioni medioevali (ma le cui origini si perdono nel mito, ndR),
che ha altri interessi ed altri scopi (in genere noetici, conoscitivi)
rispetto alle sette sataniche
come rispetto alle religioni tradizionali».
Elisabetta Rizzo
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