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Latina. Il Teatro dei Cinquemila, quasi un fallimento: 7 artisti per i 70 anni, ma
per 4 gatti. Maurizio Tartaglione: «Ma noi vogliamo andare avanti»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Maurizio Tartaglione, del direttivo del Teatro
dei Cinquemila. "7 artisti per i 70 anni" è la nuova proposta dell'associazione pontina.
Un'edizione "bonsai" dei "900 minuti 1 solo spettacolo" proposto, con insuccesso, gli anni scorsi.
«Un tentativo coraggioso, il nostro». Coraggioso ma forse inutile per la città
e per il suo mondo culturale. Lo diciamo con una punta di amarezza, avendo
ParvapoliS partecipato, e attivamente, alla nascita dell'associazione pontina.
Citiamo che quello che sarebbe dovuto essere il "manifesto" dei Teatro dei Cinquemila e
a cui abbiamo creduto fino all'ultimo, fino all'evidenza:
"la riscoperta di una identità comune, la sinergia e la collaborazione per creare
un prodotto identificabile col nostro territorio", e la successiva "promozione
delle realtà locali". In questo contesto, "valorizzazione" degli artisti locali
ha il suo senso. Cos'è oggi, il Teatro dei Cinquemila? «Una vetrina», ti rispondono.
Tradotto: una possibilità per chiedere finanziamenti pubblici. Nobile.
Per farne che? Per "valorizzare" Tony Montecalvo? Che, da solo, ha dimostrato
benissimo di non aver bisogno della vetrina gentilmente messa a disposizione,
riempiendo un Teatro che l'associazione di Tartaglione non ha mai riempito.
Siamo onesti: chi è vetrina di chi?
«Abbiamo al nostro interno rappresentanti di tutte le arti, dal teatro alle
arti figurative, dalla musica, alla danza». Sì, ma a che livelli? Abbiamo
un Nureyev da esportare che ha bisogno del palcoscenico di Latina
per farsi notare? Abbiamo Pirandello? Modigliani? No, abbiamo
brava gente che vorrebbe riflettori più importanti dei soliti.
E come glieli diamo i riflettori, Tartaglione, con i "7 artisti per
i 70 anni"? Non è ora di essere un po' più ambiziosi e puntare
ad avere a Latina iniziative di prestigio e qualità. Se a Latina
ci fosse un Festival del Teatro come quello di Portone, allora sì
che autori e attori locali potrebbero avere un "palcoscenico" importante,
Allora sì che si "valorizza". Allora sì che c'è la "vetrina". Se il buon Tartaglione
guardasse Aldo Bassi il Teatro dei Cinquemila potrebbe crescere
e guardare con ottimismo al futuro. Aldo Bassi ha messo su un importante
appuntamento, ha coinvolto grandi nomi del Jazz nazionale. Per il "nostro"
bravissimo Paolo Recchia sì che quella è una vetrina. O gli organizziamo
una serata "8 musicisti per 4 gatti" al Ridotto?
Per non parlare della Latina Philarmonia (non è ancora nata ed è già un fiore all'occhiello) e di Francesco Belli. Ad un Direttore
d'orchestra pontino che è stato chiamato dal Ministro della
Cultura cubano a suonare per Fidel Castro che facciamo? Lo
"valorizziamo", con Paolo Recchia e Tony Montecalvo?
Quindi, prima metto su un'idea,
cerco di inserire la mia idea in un circuito nazionale per coinvolgere
artisti di un certo calibro,
poi coinvolgo le professionalità locali. Altrimenti diventa sagra di paese.
E sperpero di denaro pubblico.
Forse sarebbe bene lavorare per trovare qualcuno che tiri il carro.
Dopo, ma solo dopo che il carro è in movimento, si può cercare
qualcuno che sia disposto a saltarci su. Oggi, Tartaglione,
mica è vietato saltare sul carro, per carità. Il problema
è che è fermo. E non si va da nessuna parte...
Testo: Mauro Cascio; Video: Elisabetta Rizzo
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