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Latina. Articolo 18. Campagna di disinformazione, un Referendum che non c'è. E le responsabilità, per una volta, sono anche dei promotori

Una "campagna che non c'è", la disinformazione sul referendum per l'estensione dell'articolo 18 promosso da Rifondazione comunista e Verdi. Il segretario nazionale di Radicali Italiani Daniele Capezzone ha osservato "l'assenza di conoscenza" nella fase di raccolta delle firme, il "silenzio" sulle decisioni della Corte costituzionale, e, ora, sulla campagna, nel quadro di una strategia sempre tesa a sottrarre ai cittadini uno dei due strumenti di voto. Il fatto nuovo è la "connivenza" dei Comitati promotori, che hanno protestato, ma non si sono battuti in Commissione di Vigilanza Rai, dove né Rifondazione né Verdi sono stati presenti. I Radicali continueranno però a proporre "occasioni di lavoro comune per realizzare il diritto dei cittadini a conoscere per deliberare".
Forse Verdi e Rifondazione frenano perché temono l'arrivo del momento della verità. «Siamo sicuri, confermando il nostro NO, che gli Italiani sapranno scegliere bene e diranno no ad un quesito che metterebbe in ginocchio il Paese, rendendo ancor più difficili le assunzioni. I lavoratori, anche quelli che un lavoro non ce l’hanno ancora, vanno tutelati attraverso ammortizzatori sociali che in Italia non esistono e attraverso una flessibilità che favorisca le assunzioni. Quella che in realtà i rifondaroli ritengono l’estensione di una forma di tutela, che già riguarda le imprese sopra i 15 dipendenti, provocherebbe la paralisi delle assunzioni e un’ulteriore crescita del lavoro nero e del sommerso. La riforma del welfare, del sistema pensionistico e delle regole che riguardano un mercato del lavoro troppo rigido dovranno essere, osiamo sperarlo, oggetto di questa campagna referendaria».

Mauro Cascio


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