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Latina. Paese Italia, manca la competitività. Sergio Viceconte: «Importante completare la riforma del mercato del lavoro e delle pensioni»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Sergio Viceconte, direttore di Assindustria.
A Torino un seminario di Confindustria in cui si è rilanciato, ancora una volta,
il problema della mancanza di competitività. La nostra economia in cosa
va male? «Negli ultimi anni ci stiamo esercitando nel confrontare il Paese Italia
con gli altri Paesi per vedere quali sono i divari che il nostro Paese registra.
La crisi della Fiat ha fatto urlare al declino del sistema industriale. Il problema
in realtà è dovuto al declino di competitività, nella situazione che circonda
l'imprenditore. Parlo sia a livello di logistica e servizi ma anche soprattutto di
riforme che il Paese Italia non ha potuto realizzare». Ci sono però
dati preoccupanti sul PIL. Quello italiano è cresciuto solo dello 0,2% di contro
lo 0,7% dell'Unione Europea e l'1,8% degli Stati Uniti... Il Mercato italiano
non è abbastanza flessibile? La nostra economia è ingessata da privilegi,
pressione fiscale, previdenza? Cosa dice Confindustria al Governo Berlusconi?
«Teniamo a sottolineare che non vogliamo avere la pretesa di giudicare l'operato
del Governo. Ma le riforme preannunciate stanno subendo un rallentamento.
Va però detto che grazie a Marco Biagi si è sbloccata una situazione, nell'ambito del
mercato del lavoro, che era ferma da oltre vent'anni. Anche la riforma del diritto societario
ha contribuito a dare chiarezza. Anche la riforma della scuola corrisponde in larga
misura alle istanze che Confindustria porta avanti da tempo». Cosa non è stato fatto?
«Il governo ha una grossa stabilità. Non c'erano situazioni elettorali in cui potessero
essere pericoli di perdita di consenso. Ci preoccupa in particolare la mancanza
di un azione forte relativa alla riforma della previdenza.
Male anche la situazione fiscale». Ora, con le elezioni la situazione potrebbe peggiorare?
«Sicuramente. Ci sono voluti 20 anni per la Scala Mobile. Decenni per una riforma
del mercato del lavoro (ancora non del tutto compiuta, anche qui per mancanza di coraggio,
vedi il dietrofront di Berlusconi sull'articolo 18, ndR). Della riforma previdenziale si parla
di altrettanto tempo. Forse è il caso di intervenire, con un po' di buona volontà.
Solo così possiamo tornare ad essere competivi».
Marco Battistini
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