Parvapolis >> Politica
Roma. Libertà Scientifica. Antonello Marsano: «Si potrebbero vincere le malattie più
gravi. Ma il Vaticano e i cattolici italiani frenano la ricerca...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Antonello Marsano,
membro del direttivo dell'Associazione Luca Coscioni
per la Libertà di Ricerca Scientifica. Una battaglia
di civiltà? «Una battaglia politica che vuole sottrarre
la politica, ancora prima che la Scienza, dalla ideologia,
dai pregiudizi, dall'ignoranza e dalla superstizione
cattolica che, purtroppo, è maggioritaria sia in Italia
che in parlamento. Un atteggiamento che rischia di
buttarci in un piano quasi medievale. Noi vogliamo difendere
i diritti umani di migliaia di malati che potrebbero
essere curati e guarire se solo si permettesse alla scienza
di studiare, di "sperimentare", di progredire. Ricordiamo
che una commissione di scenziati, presieduta dal premio Nobel per la Medicina
Renato Dulbecco, a cui era stato chiesto di far luce
sullo stato e sulla prospettiva della ricerca sulle cellule staminali
embrionali, ha detto che probabilmente circa 10 milioni di italiani
potrebbero godere dei risultati della ricerca. Se solo fosse
consentita». Cosa vuol dire ricerca scientifica "libera"?
Senza controllo? «Questo lo sostiene il Vaticano. Che per evitare
un'ulteriore brutta figura storica, come ne sta facendo
dal 1600 ad oggi, gioca sugli equivoci. I cattolici, come
primo despistaggio, amano demonizzare la "clonazione",
senza nemmeno preoccuparsi di distinguere tra clonazione umana
e clonazione terapeutica. No, giocano sulla suggestione
emotiva, sulla paura che fa il termine alle anime semplici
e credulone dei loro fedeli. Il cloning terapeutico potrebbe
far guarire da tantissime malattie, dall'Alzheimer, al
Parkinson, dalla sclerosi ai tumori, dal diabete all'infarto.
La Chiesa Cattolica questo non lo dice. E questo a dispetto
di un sondaggio, a livello europeo, in cui i cittadini si sono
detti favoreveli alla clonazione terapeutica. Questo non ci meraviglia,
chiaramente. È la dimostrazione che quando si riesce a far
breccia in quel muro di omertà, di disinformazione, di oscurantismo
da parte dei cattolici qualche risultato lo si ottiene. Solo di qualche
giorno fa la dichiarazione della Commissione Nazionale di Bioetica
secondo la quale è "peccato" fare ricerca sugli embrioni.
Per i cattolici il compito del Parlamento sarebbe quello di difendere
il Paese dalla scienza. Per fortuna questa mentalità non appartiene al mondo
accademico, intellettuale, culturale italiano. Ci sono infatti
isole di liberalismo e di sano laicismo. Ma fin qui il settarismo
cattolico ha prevalso. E rischia di prevalere anche nelle prossime
settimane quando il Parlamento dovrà votare le due leggi fondamentali.
Quella sulla fecondazione assistita che limiterebbe a 3 il numero
degli embrioni su cui lavorare per ciascuna donna che ne faccia
richiesta. Una cosa tecnicamente assurda, con moltissime probabilità
di insuccesso. Le donne italiane saranno costrette andare altrove.
In Spagna, per esempio. La seconda legge che limiterebbe pesantamente
la ricerca è quella che vieterà il brevetto alle invenzioni
tecnologiche che dovessero far uso di embrioni. Immaginiamo
cosa succederà agli Istituti di ricerca...».
C'è da dire che tutto questo che lei ha esposto, la rozza
ignoranza del Vaticano, il desiderio di una parte politica
ad esso sottomessa di non fare chiarezza, penalizza solo il malato...
«Il Vaticano è come è sempre in guerra contro l'eccellenza del
mondo. Se a sbugiardarlo scientificamente sulla scorrettezza
degli anatemi è stata una commissione di scienziati presieduta
da un Premio Nobel, va anche sottolineata la solidarietà
a Luca Coscioni di un altro premio Nobel, Josè Saramago, lo
scrittore che tra l'altro ha anche firmato la prefazione al
prossimo libro di Coscioni. Saramago parla di "situazione
assurda per la quale si preferisce tutelare la vita presunta
di un embrione, un raggruppamento disordinato di cellule
non distinguibile nemmeno al microscopio, rispetto alla
qualità della vita, se non addirittura alla vita, di milioni
di malati in Italia, e centinaia di milioni di malati nel mondo.
E nessuno ne discute. Ieri nella sede del Partito Radicale
due illustri ricercatori italiani hanno denunciato proprio questo:
la loro frustrazione». Ma i politicanti cattolici, secondo lei,
riconoscono la dignità di essere umano al malato?
«Dovrebbe chiederlo a loro. La mia impressione, sarò malizioso,
è che in quel certo tipo di cultura ci sia più interesse a
sacralizzare la condizione di sofferenza del malato. Quasi
ad esaltare la pietas del "senza speranza". Una condizione
che deve quasi d'esempio per gli altri, perché la vita
è sofferenza. Per noi un malato è invece Luca Coscioni.
Luca Coscioni non si è accontentato di fare il malato.
Non vuole commiserazione, pietà, aiuto. Quando ha saputo,
a 27 anni, di essere stato affatto da questa terribile
malattia progressiva ha deciso di trasformare la sua condizione
in una lotta politica (oggi Coscioni è presidente di
Radicali Italiani, ndR) perché le prossime generazioni possano
avere le speranza che lui non ha, con questo tipo di vincoli
che un certo tipo di politica pone alla scienza».
Elisabetta Rizzo
Riproduci il filmato oppure procedi con il download.
|