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Latina. Artserver. La Domus risponde a ParvapoliS: «Ci piace chi osa perché il coraggio di esporsi è un valore. Siamo piccoli. Lasciateci giocare»

«Grazie ParvapoliS, grazie. Mai la piccola associazione di promozione culturale "La Domus" avrebbe osato sperare di avere un lungo momento di attenzione da parte di una testata così professionale e accreditata su tutto il territorio. Di solito un'aquila si occupa di un passerotto. Sì, il nostro giovane sito (ha solo 3 mesi di vita) ancora si muove tra il "gioco" e il "serioso", ancora non fa graduatorie di merito, ancora non assegna medaglie. Gli artisti grandi o fortunati non hanno più bisogno delle nostre vetrine. Ci piace ospitare chiunque voglia crescere, ci piace chi è affamato di cultura, ci piace chi ha il coraggio di esporsi perché ha fiducia in sé, perché cerca fiducia, perché sa o crede di valere. Ci piace chi si offre sfidando il ghigno della facile critica, ci piace chi osa perché anche questo è un valore. Ci piace il nostro "gioco": siamo piccoli, lasciateci "giocare". Ma voi avete veramente capito il nostro "gioco"? Se avremo voglia di crescere consulteremo autorevoli consiglieri. Voi forse? Cercavamo un incoraggiamento. Grazie e.. alla prossima».
La Domus risponde così alle critiche dei giorni scorsi pubblicate dal nostro quotidiano on-line. Apprezziamo lo spunto per un dibattito, con la voglia di precisare e di distinguere. Ci sembra comunque di non aver fatto critiche sterili. Se Artserver imboccherà la strada opposta a quella intrapresa fin qui saremo i primi a battere le mani. Badate bene: ParvapoliS, anni fa, fece lo stesso errore che oggi rimprovera. E questo La Domus lo sa bene visto che quel nostro lavoro è ampliamente citato su Artserver. Non vogliamo fare i maestri. Prendeteci per i fratelli più grandi che ci sono già passati. Lo ripetiamo con convinzione: fare questo genere di vetrine non serve affatto. E non serve proprio a chi vuole crescere e farsi conoscere. Le vetrine, se devono valorizzare, devono essere di valore. Se voglio che un vestito venga visto, lo devo mettere in vetrina a via del Corso. Esporlo in un negozietto sperduto a Pietralata equivale a non esporlo affatto. Il nostro invito a La Domus, e in generale a tutti gli operatori culturali di buona volontà e alle istituzioni, è: lavoriamo insieme per aprire un negozio in via del Corso. Ma non chiedeteci di scrivere che il negozietto a Pietralata è un grande progetto perché sappiamo bene, voi, noi, le istituzioni, che lì quel vestito verrà visto solo dai proprietari e dalle commesse. La Domus si è offesa, ma in realtà noi questo discorso lo abbiamo fatto più volte. Non serve a nulla fare una manifestazione attorno a Paolo Recchia, dicevamo l'anno scorso. Non serve nemmeno a lui. Se invece mettiamo Paolo Recchia in un palcoscenico che ospita stelle del Jazz otteniamo un duplice scopo. Da una parte creiamo un prodotto "esportabile" dai confini provinciali. Dall'altro valorizziamo una nostra risorsa, Paolo Recchia. Un altro esempio è quanto sta avvenendo in questi giorni con la Latina Philharmonia. Per un musicista locale il gioiellino del Maestro Francesco Belli è davvero una vetrina in via del Corso.
Nessun rancore. Da parte nostra, la massima disponibilità a bere un caffè insieme agli amici de La Domus. Sempre che offrano loro...

Mauro Cascio


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