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Latina. Loris Fortuna, per la rivoluzione liberale

Il più grosso enigma della storia dell’Uomo è capire le ragioni dei diversi sentieri dello sviluppo: in fondo, se tutti discendiamo dalle stesse bande di cacciatori e di agricoltori, come spiegare, allora, il profondo divario tra nazioni ricche e povere, tra sistemi sottosviluppati e maturi, e come spiegare le lunghe fasi di ristagno economico o l’assoluto declino nei livelli di benessere che certe società hanno vissuto? Come spiegare, ancora, le diversità religiose, culturali? Rispetto a tale problema, il panorama culturale italiano, che si nutre ancora dei residui di vecchie e superate impostazioni costruttivistiche (“teoria della cospirazione”, scientismo, olismo politico e storico), a cui si è aggiunta da non molto tempo la litania ambientalista e no-global (deforestazione, fame nel mondo, iniquità nei termini di scambio, inquinamento, fonti d'energia e surriscaldamento terrestre), è tutto un affollarsi di frasi fatte che sono a fondamento di quella sorta di identità tribale del "popolo di sinistra” con i suoi riti ed i suoi pregiudizi indistruttibili.
Nel poscritto alla Logica della scoperta scientifica, una delle opere più impegnative di Popper, viene evocata la storia di quel soldato che un giorno scoprì che tutto il suo battaglione, a parte lui naturalmente, non marciava al passo. Popper ha molta simpatia per questo soldato che è l'unico che marcia al passo, e quindi l'unico nel giusto, mentre tutti gli altri sono in disordine e confusione. Fuori di metafora: nessun principio va mai accettato "senza riserve da tutta quanta la scienza", perché, dopo tutto, "tutta quanta la scienza potrebbe sbagliare" ed essere nel giusto quell'unico dissenziente, il soldato che non marcia con gli altri.
In questo quadro nasce il circolo “Loris Fortuna”. «Sarà un circolo culturale che promuoverà l’approfondimento e la diffusione del pensiero liberale, socialista-liberale, liberista, libertario e radicale, soprattutto nei campi della filosofia e delle scienze sociali. Perché? Per far conoscere alla più vasta platea possibile (studenti, professori, politici, imprenditori, intellettuali in genere), oggi che tutti si dicono liberali, un paradigma, ancora in parte sconosciuto alla cultura italiana, fatto di postulati, di principi metodologici, di tecniche di analisi, di esempi tipici che sono alla base di un sistema di idee e concetti che ha la presunzione di poter dare risposte migliori ai problemi posti dai fenomeni osservati, alcuni dei quali di grande attualità».

Rita Bittarelli


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