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Latina. Chiamale, se vuoi, elezioni. Enrico Forte: «Gli spazi di autonomia imprenditoriale sono occupati. Qui il liberismo è pura teoria»

«Il quadro delle alleanze e delle candidature a Sindaco nei Comuni della Provincia chiamati al voto per le modalità con le quali sono state definite e per gli esiti raggiunti dovrebbero imporre a tutti gli schieramenti un principio fondamentale: quello della responsabilità». Parla Enrico Forte, segretario provinciale dei Democratici di Sinistra. «I segretari dei partiti, i leader delle coalizioni dovrebbero in caso di sconfitta prendere atto del voto e assumere le decisioni conseguenti. È evidente che questo dve valore anche per i DS e per l'Ulivo che pure ha raggiunto un dato importante, quello dell'unità della coalizione che considerata l'esprienza delle scorse esperienze amministrative non era affatto scontato, e che ha individuato candidature a sindaco con caratteristiche tali da affermare tanto la capacità di Governo del Centro Sinistra, che la capacità di dialogo e di stringere alleanze con settori della società che vanno oltre il consenso tradizionale del centro-sinistra. Le divisioni all'interno della Casa delle Libertà che sono sicuramente il segno di una sorta di "delirio di onnipotenza" di cui pare in preda la classe dirigente del Polo che ritiene di poter orientare e dislocare gli elettori a proprio piacimento, ancor di più denota la mancanza di autorevolezza e di un progetto politico comune. L'assenza di un disegno condiviso ha fatto prevalere logiche personalistiche e di potere che hanno portato alla frantumazione della Casa delle Libertà come a Formia. Questo è il vero fallimento del Polo. La conseguenza è la fine di quella "filiera di governo" che doveva rappresentare l'occasione di un rilancio dello sviluppo socio-economico della Provincia. Da Berlusconi, a Storace, a Martella, passando per i vari luogotenenti non c'è traccia di benefici concreti per il nostro territorio: dalle infrastrutture, al sistema portuale, passando per la sanità e le politiche sociali. C'è invece un'occupazione sistematica degli spazi di autonomia imprenditoriale e sociale attraverso forme di controllo pubblico e politico che rendono pressoché impossibile la libera iniziativa. Il liberismo appare una pure esercitazione teorica. Le privatizzazioni riguardano soltanto settori quali la sanità, emblematica in questo senso la "proposta Fazzone" per gli ospedali dei Monti Lepini. Anche nel caso di Sezze da un lato si pensa di espugnare la cosiddetta "cittadella rossa" con operazioni confuse che aumentano il trasformismo, dall'altra senza proporre un modello di sviluppo alternativo si invoca la fine del regime. Proprio in considerazione del quadro che si è determinato, queste elezioni rappresentano un'opportunità non soltanto per i DS e la coalizione, ma per l'intera comunità provinciale che potrebbe ridare fiato ad una dialettica democratica che è il sale di qualunque società. Governo e opposizione non sono riconducibili all'interno della stessa coalizione, ma sono due opzioni che democraticamente devono essere rappresentate in progetti, coalizioni e partiti alternativi. Questa è la condizione necessaria per ridare slancio anche allo sviluppo della Provincia».

Mauro Cascio


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