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Roma. Il mestiere dell'attore. Oreste Lionello: «Io sono doppiattore. Con due t. Lo sono e non ho scelto di esserlo. Ma solo perché sono pigro»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Oreste Lionello, un nome che non ha bisogno di presentazioni. «Io no. Ma davanti le telecamere di chi?» ParvapoliS «Ah, io conosco Nea PoliS». Napoli, la città nuova. Noi siamo invece la città piccola... «In latino e in greco. Metà e metà. Però». Lei ha fatto il Liceo Classico? «Io insegno all'università. Sono laureato in lettere e in legge. E ho fatto due anni di medicina». Complimenti. Tra attore, doppiatore, comico. Cosa preferisce? «Lo dice il nome. Doppiattore. Un attore doppio. Non preferisco: sono. Se dovessi preferire allora dovrei scegliere. Ma io non amo scegliere. Sono pigro». Lei è la voce italiana di Woody Allen. Cosa vuol dire impersonare? «Provare le stesse sensazioni che prova lui andando a letto con le sue donne». Una fortuna... «Mi stanca, un po'». E fare la parodia ai politici? «Non lo so. Boh». Si prova la stessa emozione? «Beh. Io uso il metodo Stanislawski, per immedesimarmi completamente nel personaggio. Però non sono mai riuscito a immedesimare il mio conto in banca con il loro». C'è qualche politico che si è arrabbiato? «Gli imitatori sono servi del regime. Loro sono contenti».

Claudio Ruggiero

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