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Latina. Grande serata di Jazz al Doolin. Romano Mussolini: «Come dite? Vi ho stregati? E pensare che in vita mia non ho mai studiato musica»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Romano Mussolini, ieri al Doolin. Maestro, ci ha regalato una serata di Jazz indimenticabile... «Un bel locale, belle persone. Un bell'ambiente. Tutti abbiamo dato il meglio. Io mi sono molto divertito». Lei ci ha anche detto, prima di cominciare questa intervista, che ogni artista suona prima per se stesso e poi per gli altri. Cosa vuol dire? «Il Jazz è musica sia individuale che collettiva». Lei ha suonato con i più grandi musicisti del novecento. Qualcuno le è rimasto più impresso degli altri? «Duke Ellington. Ho comprato i primi dischi negli anni 30». Lei ha ricordato, durante il concerto, che ha studiato a Napoli. Napoli rappresenta una fucina importante per voi musicisti? «Certo. Ci sono stati e ci sono grossi personaggi, un substrato di arte, musiche, melodie». Della sua musica ci colpisce la leggerezza delle sue dita... «Ma come faccio, che non ho mai studiato musica? Ho sempre improvvistato, io. Dicevo a Cicci Santucci che stasera ha suonato con me che in tutta la mia carriera io avrò provato sì e no 3 o 4 volte». Lei ci deve fare una promessa: ritornare a Latina. «Lei può immaginare quanto possa amare questa città». C'è una cittadina che è anche legata alla storia di Suo papà, così mettiamo d'accordo la destra e la sinistra perché lo citiamo come direttore de l'Avanti: Roccagorga. Suo padre fu l'unico giornalista a definire "eccidio di stato" la dura repressione del governo Giolitti e fu processato per questo ardire. Il colonnello De Gregoris sparò sui contadini che chiedevano più diritti. Tra l'altro fu la prima volta nella storia che si usava il termine "eccidio di stato". Benito Mussolini fu precursore anche in questo... «In troppe cose fu precursore mio papà. Lo dice sempre mio fratello: se papà avesse avuto i soldi che hanno questi qua che governano oggi l'Italia l'avrebbe fatta d'oro».

Claudio Ruggiero