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Latina. Il Re Midal dell'economia pontina. Enrico Brignano: «Mi è piaciuto il
loro entusiasmo. Un'energia, una volontà ferrea da ammirare»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Enrico Brignano, a Latina per la convention
della Midal.
Hai parlato di politica, guerra, della Festa della Repubblica ed anche
delle tasse. Che importanza ha l'attualità nei tuoi spettacoli?
«Relativa. Altri miei illustri colleghi se ne nutrono molto di più,
pensiamo per esempio a chi si occupa di satira politica. Io l'ho fatto
en passant. Ma di solito i miei cavalli di battaglia sono le abitudini,
gli usi e i costumi, la famiglia. Una sorta di elaborazione sociale, diciamo.
Anche un modo per non schierarsi e per non fare chi sta al di sopra
delle parti. Ironizzo sui comportamenti».
Parli anche della tua vita e delle esperienze di cui sei testimone...
«Certo. È riportare qualcosa che gli altri non avevano notato.
Così che possano esclamare: "È vero". Ecco, su quell' "è vero" scatta
l'applauso, l'ovazione». Come definiresti la tua comicità?
«Nostrana. Fatta di vecchi modelli. Moderna per poche cose.
Il raffinato paga. La parolaccia no». Conosci la storia
della nostra città... «La so perché l'ho letta sui tombini».
E tu guardi i tombini quando cammini? «I tombini di solito non
li guarda nessuno perché ci si passa sempre sopra. Siamo superficiali
e passiamo sopra le cose. Pure sopra i tombini. Se invece uno si ferma...
D'altronde sotto i tombini si nasconde quel che si è e quel che siamo
stati. C'è un po' di storia». La storia di Latina ha attinenza con
una fogna? «No, diciamo che Latina è strutturata in un certo modo.
Mi piacciono i palazzi bassi e ariosi, le vie molto larghe. E ci si
perde. Se uno vuole uscire da Latina e non è di Latina sono problemi.
Poi chiedi e non ti risponde nessuno. Ma se segui i tombini ti portano
quanto meno al mare». Hai partecipato alla convention della Midal.
Che interpretazione ne hai dato? «Una società ha bisogno di motivazioni
interne, anche per far fronte alla concorrenza, alla fatica, alla noia,
allo stress. Mi è piaciuto il loro entusiasmo. Un'energia, una volontà
da ammirare». Quando potremo rivederti nel territorio pontino?
«Guardate, per la Pontina, finché non la chiudono, si va e si viene.
Quindi conto quanto meno di passarci. Poi se mi fermo, dipende dai tombini».
Elisabetta Rizzo
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