Venerdì 02/05/2025 
Parvapolis
categorie
Home page
Appuntamenti
Cronaca
Cultura
Economia
Politica
Sport


Parvapolis >> Cultura

Latina. Emozioni in musica. Francesco Manara: «Sono un po' come Rostroprovich. Il violino è quasi un essere umano. Lo porto sempre con me»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Francesco Manara, il primo violino del Teatro alla Scala, ieri a Latina per la terza grande proposta della Latina Philharmonia diretta dal Maestro Francesco Belli. Lei è reduce da una tournee in Giappone. Come è andata? «Molto bene. A parte gli aerei. Ho accumulato un po' di sonno e stanchezza. Ma per fortuna è andata pure bene qui a Latina, con questa bella orchestra e con il calore del vostro pubblico». Pubblico a cui ha concesso due bis... «Bach e Wieniawski. Due cose molto diverse dal programma di sala». Un virtuosismo e una tecnica, quella di Henryk Wieniawski che ricorda molto Paganini... «Un colpo d'arco speciale, che richiede grande velocità. Io non credo però che Paganini vada ricordato solo come funambolo. Per me e per tanti altri resta il re della melodia». Il rapporto del musicista con lo strumento è particolare. Il grande Rostropovich ripeteva che se in aereo non c'erano due posti, uno per lui ed uno per il suo violoncello, lui preferiva cederglielo. Ricordiamo anche Canone Inverso, dove c'è un rapporto particolare tra un musicista e il suo violino. Lei suona il Giovan Battista Guadagnini "ex Buckeburg" del 1773... «Sono molto affezionato, anche se ce l'ho da poco tempo. Per me il mio violino è un essere umano. Lo porto sempre con me. Non lo lascio mai in camerino, per esempio. Anche adesso è qui con me». Hai fatto tante cose e vinto tanti premi. I tuoi cassetti saranno vuoti, ormai. O c'è rimasto ancora qualcosa? «Perfezionarmi sempre di più nello studio di questo strumento».

Claudio Ruggiero

 Riproduci il filmato oppure procedi con il download.

PocketPC visualization by Panservice