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Latina. Leonardo da Vinci cartografo. La mappa dell'Agro Pontino in esposizione ad Arezzo.
Torna dopo 500 anni, in prestito da Sua Maestà
Dopo 500 anni di peripezie tornano in Italia cinque carte
geografiche di Leonardo. Arrivano in prestito dalla regina
Elisabetta, precisamente dalla sua collezione ospitata presso la
Royal Library del castello di Windsor, meta finale del lungo
viaggio, a volte tinto anche di giallo, che hanno intrapreso durante
questi cinque secoli. E da ieri sono in mostra al Palazzo Comunale
di Arezzo (fino al 30 settembre, a cura di Andrea Cantile, catalogo Istituto
geografico militare).
Un evento eccezionale, come si usa dire.
Una delle 5 mappe rappresenta l'Agro pontino (nella foto).
L'acquisizione della scienza cartografica per Leonardo non è
improvvisa: l'attività del Maestro è per consuetudine rapportata
alla sua attività di ingegnere e architetto al servizio delle più
potenti personalità del tempo - da Cesare Borgia a Niccolò
Macchiavelli, da Giuliano de' Medici a Francesco I - nel momento in
cui realizza delle mappe per motivi di ordine militare e idraulico.
Come sottolinea Carlo Starnazzi nel saggio in catalogo, "l'attenzione
riservata agli aspetti topografici, geografici e geologici di un
particolare 'sito' valutato nella sua complessità paesaggistica in
lui si afferma sin dal suo apprendistato presso la bottega del
Verrocchio". Nel tentativo di stabilire una visione organica del
mondo rappresentato fondata su di un ordinamento dei dati
dell'esperienza, fondamentale per Leonardo lo studio degli
"Elementi" di Euclide. Se la cartografia, nel cercare di
riprodurre in piano la superficie "sferica" della terra o
parti di essa attraverso un processo di astrazione mirato
"rappresenta in definitiva una delle opere intellettuali
più complesse" (Andrea Cantile), le mappe di Leonardo
presentano novità ragguardevoli nel campo della tecnica cartografica.
Rita Bittarelli
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