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Gaeta. Libri sulla cresta dell'onda. Jeffery Deaver: «È facile per noi scrittori essere amici.
Non c'è mai concorrenza diretta, non vendiamo auto»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Jeffery Deaver, l'autore del celeberrimo
"Collezionista di Ossa". A Gaeta l'incontro con Giorgio Faletti, nell'ambito
della decima edizione della rassegna Libri sulla cresta dell'onda. Due autori
così diversi, lei e Faletti, ma una grande amicizia...
Ma è così normale questo sentimento in un settore dove di solito c'è molta
invidia? «Per noi scrittori è un po' come voi giornalisti. Se hai amici giornalisti
è perché con loro condividi un sacco di cose. Così io e Giorgio. Ci piacciono gli
sport, la vita, l'amore.
Non c'è competizione
diretta. Non è come chi vende macchine. C'è chi vende Mercedes
e il suo concorrende vende Ferrari. Le due cose si escludono a vicenda.
Mentre un lettore se compra un libro, può benissimo comprarne un altro».
Nel "Collezionista di Ossa", il protagonista, l'investigatore, è un tetraplegico.
Un personaggio che ha dovuto sviluppare molto la mente...
«Lui non risolve mai i crimini da solo. Lui è razionale, ma insieme ad "interazioni",
per esempio col padre, riesce a risolvere i casi». Il suo prossimo libro è ambientato
a Berlino. Perché? «A Berlino ci sono stati fantastici personaggi. Goethe, Schiller,
per citarne solo un paio. Secondo me nella storia dell'umanità è anche il luogo più
rappresentativo per poter parlare del male in tutte le sue sfaccettature».
Claudio Ruggiero
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