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Latina. Una città ancora da fare. Claudio Moscardelli (Ulivo): «In questi anni i commercianti hanno dato fiducia alla destra: è mal riposta»

Duro intervento di Claudio Moscardelli, portavoce dell'Ulivo in Consiglio Comunale. «Abbiamo assistito in questi giorni all'inutile disputa sull'opportunità di aprire i meno i drugstore o se aprirli in centro o in periferia: sulla vicenda è mancato da parte degli intervenuti di indicare un elemento essenziale ossia della superficie dei drugstore e cioè se pensiamo a piccole, a medie o a grandi superfici di vendita. L'unica proposta seria ci è sembrata quella dell'invito al confronto delle forze politiche avanzata dal Segretario cittadino dell'UDC Spelda. Sulla questione del Commercio dobbiamo innanzi tutto avere presente due dati: il primo è che a Latina il rapporto tra la superficie di esercizi commerciali di tutte le dimensioni e gli abitanti è sbilanciato rispetto agli altri comuni per cui abbiamo 1 mq per 47 abitanti mentre in altre città, per esempio ad Aprilia. è 1 mq per oltre 70 abitanti. È evidente la minore redditività a Latina per eccesso di offerta. Il secondo dato è l'assoluta inadeguatezza di iniziative in questi ultimi dieci anni di amministrazione di centrodestra, a cui molti, troppi commercianti, hanno dato fiducia e ne sono stati mal ripagati. Una seria politica per il rilancio del centro storico non è stata mai avviata. L' Amministrazione Comunale è ferma alla stanca riproposizione della sola idea di valorizzazione del centro fondata essenzialmente sulla rea1izzazione della città universitaria. La destra ha legato l'università alla ripresa del centro storico commettendo l'errore di impostare in modo monotematico il centro, snaturandone il ruolo che deve invece essere polifunzionale: insediamenti istituzionali, culturali, residenziali e commerciali possono insieme concorrere a ridare forza ad un molo aggregante del centro storico, anche dal punto di vista dell'identità. Prima di trasferire gli uffici esistenti in attesa dell'università, occorre riflettere, altrimenti otterremmo solo il risultato di svuotare ulteriormente il centro, facendo fallire altri operazioni. Non possiamo continuare con iniziative episodiche di animazione del centro, che peraltro si dilatano sempre più come tempi e comportano grande spreco di denaro, tanti disagi alla popolazione e ai commercianti del centro. Certo in assenza di una trasformazione e valorizzazione permanente del centro, le varie iniziative che si susseguono attirano cittadini e facili e momentanei consensi, tuttavia, alla lunga questa politica produrrà spreco di risorse e conseguente riduzione dei servizi, dannii ai commercianti e nessun serio sviluppo per il futuro. Il commercio deve avere un ruolo importante per la valorizzazione del centro: così occorre prevedere iniziative ed incentivi per consentire insediamenti commerciali di qualità e che vivacizzino le piazze e le strade col centro, con la progressiva sostituzione di attività incompatibili con questa tendenza. Con ciò non possiamo però non salvaguardare gli artigiani storici del centro. Oltre a limitati insediamenti universitari dobbiamo puntare sull'area delle ex autolinee come salotto della città, sulla Biblioteca Stirling, sull'auditorium e centro servizi per la musica e la multimedialità nei capannoni dietro il Palazzo della Cultura, tutte iniziative che insieme al Museo Cambellotti, al Palazzo della Cultura e a un nuovo progetto per la valorizzazione dei Giardini Pubblici, ci consentirebbero davvero di dare forza e concretezza all'idea di Latina Capitale».

Mauro Cascio


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