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Latina. Università Pontina. Le critiche di Ajmone Finestra: «La Giunta Zaccheo sta intraprendendo una strada decisamente poco condivisibile»

«L'Università in Centro è stato fin dal primo momento uno dei pilastri fondamentali del programma di governo nei 9 anni in cui sono stato Sindaco di Latina, quasi sempre in questo condiviso, in alcuni casi da solo, come nella vicenda della Facoltà di Medicina a Latina». Parla Ajmone Finestra, già primo cittadino e continuo e attento osservatore del divenire della città. «In ogni modo l'importante è raggiungere il risultato, ed il risultato sta arrivando andando a vantaggio dell'intera comunità. Di questo non possiamo che esserne soddisfatti. Ex Magazzini cereali, ex 82° Fanteria, ex Distretto e complesso di via Varsavia sono risultati concreti, percorsi impostati negli anni che arrivano a compimento e che fanno dell'Università di Latina in Centro una realtà tangibile che sta già portando importanti indotti sia economici che culturali. Era ciò che volevamo. Grazie a tutte le persone che hanno lavorato e che stanno lavorando per questo. Adesso tutti noi ci dobbiamo concentrare sulle fasi successive che sono altrettanto importanti per il futuro della nostra Università. Il primo aspetto su cui voglio attirare l'attenzione è l'ormai imminente definizione del nuovo corpo docente del Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia. È risaputo che uno degli elementi fondamentali per la riuscita di un Corso di Laurea sono i Docenti; sono certo che il Magnifico Rettore, che ancora una volta ringrazio, ed il Preside Frati stiano valutando con attenzione questo aspetto, nella consapevolezza dell'importanza del momento. La Città, visti gli enormi sacrifici economici fatti, si aspetta il meglio in professionalità, impegno, ma soprattutto in motivazione. Auspichiamo l'arrivo di Professori che vengono a Latina per rimanerci, viverci e per costruire, insieme alla Città, una grande Facoltà e un'ottima Università. I pendolari dei due o tre anni "costretti" ad accettare la sede di Latina da strane logiche non li vogliamo, gli studenti non li vogliono, questo territorio non li vuole. Voglio chiudere con alcune riflessioni su come si sta immaginando l'Università in Centro e su gli interventi agli edifici messi a disposizione grazie al Comune di latina. La sensazione è che si stia imboccando una strada poco condivisibile. L'idea dell'Università in Centro aveva due forti motivazioni di partenza: risollevare economicamente il Centro cittadino integrando e sfruttando al meglio l'indotto che un'Università porta in via naturale, e nello stesso tempo riqualificare gli edifici di Fondazione utilizzandoli come Facoltà, riqualificando così anche lo stile architettonico tipico del nostro territorio, il Razionalismo. Razionalismo che è stato denigrato, al limite dell'abbattimento, per anni dopo la guerra, ignorato per altrettanti anni, ma che da qualche tempo è stato restituito alla giusta considerazione sia a livello Nazionale che Internazionale. La nostra Città ne è un esempio studiato nel mondo, e non si può rimanere indifferenti di fronte ad ipotesi di interventi su edifici di fondazione che nulla hanno a che fare con la riqualificazione del Razionalismo. Tutti gli edifici in questione hanno certamente bisogno di interventi, anche integrativi, per renderli fruibili, più funzionali e più rispondenti alle esigenze di una Università moderna, ma questo non giustifica ipotesi con volumetrie che li sovrastano o peggio li annullano, non possono essere accettati interventi che non siano in linea con lo stile che caratterizza questa Città fin dalla posa della "Prima Pietra". Sono certo che gli autorevoli e bravissimi Professori - progettisti che hanno immaginato quelle ipotesi, non possano che condividere queste riflessioni, questo grido di allarme, che nascono esclusivamente dall'amore per Latina, e dalla consapevolezza che questa è un'occasione unica e assolutamente imperdibile per valorizzare la nostra storia che deve diventare il valore aggiunto per una Città più bella, ammirabile, meta turistica di valore. Ora ho la speranza che nell'attuale classe dirigente del nostro territorio si faccia sempre più forte la consapevolezza che questo è il momento per alzare ancora di più il livello di attenzione sulle scelte inerenti la nostra Università, perché, da adesso in poi, ogni fase è fondamentale per questo progetto, che è senz'altro avviato su una buona strada, ma che ancora non ha la solidità sufficiente da poterci permettere errori nelle scelte strategiche».

Mauro Cascio


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