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Gaeta. Grafico Militare. Magliozzi scrive a Martino. «Una generale situazione di disagio che riguarda 136 dipendenti. Con nessuna garanzia»

Della situazione inerente il futuro dello Stabilimento Grafico Militare, in relazione soprattutto ai contenuti del nuovo Piano Industriale di riassetto del sito produttivo, il Sindaco di Gaeta Massimo Magliozzi, dopo aver incontrato le R.S.U. interne al Grafico, ha inviato una lettera al Ministro della Difesa On. Antonio Martino, missiva inviata anche all'attenzione del sottosegretario alla Difesa Cicu, al Presidente del Consiglio Berlusconi, all'On. Gianfranco Conte, al Sen. Michele Forte, al Presidente della Regione Lazio Storace, al Presidente del Consiglio Regionale Fazzone, al Presidente della Provincia Paride Martella, ed infine ai sindaci di Castelforte, Formia, Fondi, Itri, Minturno, San Felice Circeo, Sperlonga e SS. Cosma e Damiano. La lettera del Sindaco Magliozzi trae preliminarmente spunto da alcuni aspetti contenuti nel Piano Industriale di riassetto redatto dall'Agenzia Industrie e Difesa che, a tutt'oggi, prevede l'impiego nello Stabilimento Grafico Militare di Gaeta di 99 unità, e per concessione dell'Agenzia stessa, l'ospitalità nella Agenzia di altre 136 unità lavorative, unità in attesa di destinazione. «Allo stato attuale è evidente constatare come permane una generale situazione di disagio e di incertezza che investe le prospettive di questi 136 dipendenti» - si legge nella missiva inviata dal sindaco all'attenzione del Ministro della Difesa Antonio Martino - «che al momento non conoscono il loro futuro in termini di collocazione lavorativa». Il Sindaco di Gaeta sottopone dunque all'attenzione del Ministro della Difesa la richiesta formale per " l'attivazione di un tavolo istituzionale di concertazione, avente lo scopo di trovare una soluzione in grado di offrire tutte le necessarie garanzie a tali lavoratori, il cui destino appare incerto". Due gli aspetti specifici che trovano spazio nella missiva sottoposta al Ministro della Difesa : i professionali rigidi e definiti del personale in questione, per la maggior parte costituito da dipendenti con un'età media attorno ai 45 anni; e l'inevitabile situazione di disagio che potrebbe scaturire da un'eventuale trasferimento in sedi lontane, per dipendenti prevalentemente monoreddito.

Mauro Cascio


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