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Latina. Francesca Pietropaolo direttrice di Spoleto Eventi. Domenico Cambareri: «Un
messaggio molto chiaro per chi ci governa»
Apprendo con grande piacere del conferimento della direzione artistica dell’estate spoletina “Spoleto Eventi”, nell’ambito dalla rassegna internazionale del Festival di Spoleto, condotto dal maestro Giancarlo Menotti, alla carissima Francesca Pietropaolo. La presentazione del cartellone, ricco di oltre quaranta serate di programmazioni di rilevanza nazionale e internazionale, è già un avvenimento e un doveroso segno di riconoscimento a un’amministrazione comunale che ha premiato le doti creative e organizzative e la forte volontà di Francesca Pietropaolo.
Desidero che questo mio messaggio di felicitazioni e augurio per Francesca Pietropaolo sia di pubblico dominio, soprattutto per i tanti destinatari politici a cui è innanzitutto diretto. Francesca Pietropaolo l’avevo scelta proprio per le sue innate qualità quale direttrice artistica del progetto del Festival internazionale “I Figli di Ulisse”, assieme al regista Giovanni Anfuso per la sezione teatrale, e a tanti altri amici del mondo dello spettacolo e della cultura.
Progetto sui cui primi “Salotti letterari” è da ricordare che tanto la Presidenza del Consiglio quanto il Ministero dei Beni culturali e la Presidenza della Regione Lazio ebbero a dare il meritato riconoscimento del Patrocinio; progetto quindi arenatosi – speriamo temporaneamente – per la insensibilità, l’ottusità, l’interesse “diverso” di altri: progetto sulla cui originalità, specie per le rivoluzionarie finalità di re-interpretazione del Novecento e del rapporto “etnocentrismo europeo e alterità storica e geografica”, su cui in molti erano rimasti affascinati.
Ma la realtà spesso supera le previsioni e le aspettative degli scrittori più crudamente realisti quanto i sogni degli artisti che trascinano intere platee al loro seguito.
Francesca Pietropaolo non si è mai fermata davanti alle difficoltà e all’ostruzionismo che spesso le è stato mosso in modo feroce da un’amministrazione di una città laziale, Viterbo, e dal suo sindaco in quota AN, in cui lei ebbe a fondare il suo primo festival sul mimo, sul teatro e sulla danza mietendo, giovanissima in anni e in esperienze, successi nazionali e internazionali.
Spero che queste mie parole risuonino come chiaro preambolo a più espliciti futuri e forse prossimi messaggi a quanti oggi governano non poche amministrazioni locali e regionali e il governo nazionale.
Abbiamo stimolato, persuaso e anche orientato le scelte di molti cittadini in direzione di AN e del Polo delle libertà perché si operasse un rinnovamento politico e civile e della Nazione, e perché si avviasse una rinascenza culturale. Questo governo sta fallendo miseramente con il non dirigere le sue scelte nel soddisfacimento di queste aspettative e nel raggiungimento di questi obiettivi, e arranca in rivoltanti trasformismi e inaccettabile continuismo.
Non di meno. Alleanza Nazione accondiscende e si rende non poche volte attore primo nello squallore del non fare e del non agire, o nello scegliere individui che ieri come oggi sono solo la polvere che si calpesta. Questo è il caso specifico del pullulare improvviso di tanti mestatori contradaioli, di tanti ritardati e fuori tempo “Nicolini” che giocano nella insulsa “politica dell’immagine” per nascondere il loro vuoto esistenziale e politico e la loro nullità ideativa.
Il tempo corre ed è già corso veloce, ma il tempo e la coscienza richiedono la nostra parola: i nostri “mea culpa” per le accondiscendenze e i titoli di credito ancora immotivatamente concessi, e i richiami e le prese di distanze e le stigmatizzazioni pubbliche non fatti. Delle cosiddette leadership che avrebbero pochi anni addietro ben vissuto con una rendita elettorale al 3% continuano a disconoscere, ignorare, evitare le forze e le intelligenze vive che appartengono come e molto più di loro agli stessi filoni storici, salvo quello del veteroclericalismo e dell’ultracattolicesimo di schiere esigue quanto fanatiche che condizionano sempre più la vita non solo di una forza politica ma dell’intera coalizione di governo. È bene che velocemente, come il correre delle ore di un dì d’inverno, queste cose finiscano. E per finire, è bene che Fini cominci ad intendere. Non staremo più ad aspettare. Non staremo più in silenzio. Nessuna carta bianca potrà più essere concessa da persone come Pietropaolo, come me e come tanti, tantissimi altri ancora, se non sarà ricalibrato tutto: ad iniziare dagli uomini e dalle donne da scegliere a tutti i livelli e in tutti i settori della cosa pubblica, delle lettere delle arti, della scienza e della produzione. A meno che questo forza e questa coalizione non si cercheranno esplicitamente nuovi referenti elettorali “di base”.
Domenico Cambareri
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