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Latina. Il Vaticano discrimina i Gay. Le sinistre: «Attacco ai diritti». La destra liberale: «Ingerenza indebita in uno Stato laico». Esposto in Procura dei Radicali. «A questo punto meglio essere "froci" che cattolici»

Il Vaticano non perde occasione di far parlare di sé. Forse perché si sta accorgendo di aver perso ormai la presa sulla società civile (come si ricorderà da un recente sondaggio del Cirm si sono dichiarati laici e lontani dalla chiesa di Roma il 64,7% degli italiani). Ratzinger e Wojtyla provano a far scendere ancora la percentuale di simpatia. Le unioni omosessuali? "Nocive per il retto sviluppo della società umana" e legalizzarle sarebbe "gravemente immorale". A sinistra le condanne alla bizzarra e inopportuna trovata in salsa sacra sono pressoché unanimi. Dura la posizione di Ds e Rifondazione per cui si sarebbero calpestati diritti e dignità dei gay. Critici di fronte alle parole del Vaticano anche Antonio Di Pietro ("Mi rammarico per questa chiusura che si pone come antistorica e al di fuori delle norme del diritto internazionale"), i giovani comunisti del PdCI che parlano di "nuova caccia alle streghe". Da registrare forte opposizioni sul fronte interno. "Nuova proposta", gruppo di uomini e donne omosessuali credenti di Roma, ritiene che la Chiesa cattolica "abbia perso ancora una volta l'occasione di essere davvero solidale e protesa verso gli uomini e le donne discriminati e strenua nella difesa di chi non ha diritti". Spaccata la destra. Se An e Lega si sono schierati apertamente con Ratzinger e Wojtyla, Forza Italia ha vissuto con estremo imbarazzo l'iniziativa. L'area liberale è preoccupata, più che per il problema in sé, per l'ennesimo attentato allo Stato Laico, l'ennesimo tentativo clericale di occuparsi di politica e morale nazionale.
Ancora più critici i radicali che hanno depositato alla Procura della Repubblica di Roma un esposto contro lo Stato della Città del Vaticano. I radicali chiedono di verificare l'eventuale sussistenza di ipotesi di reato a proposito del fatto che il documento metterebbe a carico dei politici cattolici "un vero e proprio obbligo di opporsi a passaggi legislativi che prevedano la equiparazione giuridica delle coppie omosessuali alle coppie eterosessuali". Si tratta, secondo Maurizio Turco e Sergio Rovasio (che con il segretario nazionale Daniele Capezzone hanno anche organizzato una manifestazione in piazza San Pietro, nella foto) "dell'ennesimo tentativo del Vaticano di ingerire pesantemente nelle scelte del legislatore e del governo italiano peraltro in termini di vera e propria, gravissima, discriminazione tra i cittadini italiani in ragione degli orientamenti sessuali". Nell'esposto i radicali denunciano "la vera e propria istigazione compiuta da autorevolissimi esponenti della Santa Sede a discriminare le coppie, i cittadini, gli individui omosessuali. Un atteggiamento - affermano - con possibili conseguenze, come le cronache purtroppo insegnano, idoneo a determinare una "copertura ideologica" a comportamenti violenti e criminali di cui le comunità gay e singoli individui sono di frequente vittime". "È evidente - si legge ancora nell'esposto radicale - il tentativo di "condizionamento" di membri del Parlamento e del governo dello Stato italiano, con il conseguente tentativo, da parte di esponenti ricollegabili ad uno Stato straniero, qual è lo Stato della Città del Vaticano, di "menomare l'indipendenza dello Stato italiano (articolo 241 del codice penale)". «Se essere cattolici vuol dire essere schiavi, dogmatici, intolleranti, razzisti, violenti» – scrivono in una nota i Radicali Pontini – «molto meglio essere "froci"».

Mauro Cascio


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