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C'era una volta la Torre Littoria di Palazzo M...
Il Palazzo M è del 1942. Tutto di travertino bianco, si distacca
dallo stile degli altri palazzi: Frezzotti s'era innamorato dell'E42
(quello che adesso si chiama Eur) e di corsa - come aveva fatto
dal ruralismo al razionalismo - era passato al monumentalismo
piacentiniano. Racconta lo scrittore Antonio Pennacchi:
« Doveva essere la sede dei Fasci e l'orizzontalismo
bianco della M era sovrastato dal verticalismo della torre scura, posta
sul retro, al punto di incidenza delle gambette oblique: una torre
alta e massiccia, la 'Torre Littoria'. Nel '43 però i Fasci sono caduti.
E non hanno più avuto bisogno di una sede. E nel '44 è caduta giù
pure la torre: è la prima cosa che hanno bombardato gli americani,
al momento dello sbarco ad Anzio, coi cannoni navali, poiché oltre
che osservatorio dei tedeschi poteva essere anche formidabile
postazione d'artiglieria. Dopo la guerra la torre era per terra.
Ma anche tutto il Palazzo M non stava messo bene. Era tutto scarrupato».
E ci si sono messi dentro tutti gli sfollati che avevano le case più
scarrupate di lui. Ci sono rimaste per un sacco d'anni. Man mano
è cominciata la ricostruzione. Prima l'ala sinistra (guardando dal
Supercinema), dove misero le scuole medie, mentre dall'altra parte
- divisa con il filo spinato - c'erano ancora gli sfollati. Poi
misero a posto tutto, col Magistrale al centro e Ginnasio e Liceo
Classico alla destra. E tra le cartoline di Latina era forse la più
bella, dopo piazza San Marco, certo la più spedita, e la scritta diceva:
"Palazzo degli Studi". Ma la torre non l'hanno restaurata più: solo
il piano terra, dove c'era la palestra. È rimasta in piedi, dunque,
un paio d'anni e non di più. E rimane soltanto in qualche fotografia
ingiallita. Ma rimane, soprattutto, nei ricordi e nell'immaginario
collettivo. Non ha impressionato solo i negativi, ma la memoria:
è diventata un archetipo dell'inconscio collettivo, per dirla alla Jung,
perché attiene al patrimonio rituale e mitico della fondazione.
Come e quanto cercheremo di capire, su ParvapoliS, nei prossimi giorni.
Mauro Cascio
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