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Sabaudia. Licenziata perché non in linea. I Comunisti Italiani: «Chiediamo
le dimissioni di Biancamaria Poli. Vediamo se ne ha il coraggio»
In merito alla vicenda che ha visto coinvolta, suo malgrado, la giovane lavoratrice
Veronica Tecchia, licenziata per "motivi politici" dall'Associzione Sabaudiartis, la
Segreteria provinciale del Partito dei Comunisti Italiani esprime la più ferma protesta
per atteggiamenti che minano la libertà di pensiero e di associazione di liberi cittadini.
Questi atteggiamenti non ci sorprendono affatto, dopo la censura dei libri di testo
operata da Governatori nostalgici di un passato sconfitto, dopo i ripetuti attacchi
alla stampa di "sinistra" del Presidente del Consiglio, dopo l'attacco alla magistratura
non ultimo la richiesta di una Commissione d'inchiesta sui magistrati, la vicenda di
Sabaudia la dice lunga come governa quella che si fa chiamare Casa delle Libertà.
Una Libertà, la loro, fatta per limitare le idee degli altri e per asserire le
proprie, proprio come nel Ventennio fascista, a cui alcuni Onorevoli e Senatori
guardano per il futuro di questa Provincia.
Nell'esprimere la piena solidarietà, dei Comunisti Italiani di Sabaudia e della Provincia
di Latina, a Veronica Tecchia per un simile atto di inciviltà e di prepotenza
perpetrato ai danni di una lavoratrice da una solerte Presidentessa, che pur di
dimostrare il suo attaccamento al Sindaco non ha esitato a licenziare in tronco
la giovane lavoratrice per aver manifestato apertamente le sue idee politiche, la
Segretria del PdCI, anche a fronte delle ulteriori dichiarazioni della Signora-presidente
Biancamaria Poli, rilasciate a "La Repubblica" dell' 8 agosto 2003,
chiede al Sindaco ed all'Amministrazione comunale di Sabaudia di voler ripristinare la
legalità reintegrando al lavoro la giovane Veronica Tecchia;
alla Signora Biancaria Poli, dopo aver dimostrato tanto coraggio nel licenziare una
lavoratrice per motivi politici, di dimostrare lo stesso coraggio per rassegnare le
sue dimissioni da un incarico che oggi non garantisce la libertà e la serenità dei
lavoratori tutti e che non fa onore alla città di Sabaudia.
Mauro Cascio
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