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San Felice. Vip al porto. Renzo Arbore: «Ho trovato il Circeo in ottima forma.
Bello, robusto, caldo ed accogliente. Quasi come me»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Renzo Arbore.
Di nuovo al Circeo. Quest'anno come lo ha trovato?
«L'ho trovato in ottima forma. Bello, robusto, caldo
ed accogliente». Ed Arbore? «Arbore è bello, robusto, accogliente
ed ha molto caldo. Ma questo non è colpa né di Arbore né del
Circeo». Lei farà una trasmissione l'anno prossimo per celebrare
gli 80 anni della radio. Una passione che non tramonta?
«L'amore rimane. I tempi duri sono per la radio». Questo
week-end si è ricomposta una coppia storica, quella composta
da lei e Bracardi... «No, non si è ricomposto niente. Lui ha suonato
e io lo sono andato a sentire». È vero che lei è il più grande collezionista
di oggetti di plastica in Italia?
«Tutto è nato dalla passione della radio. Vidi a Los Angeles una
radio bellissima. La comprai. Poi ne ho comprate altre. E dalle
radio sono passato alle montature per occhiali, dalle montature
per occhiali sono passato ai servizi per toilette, alle borsette
da donna e alla bigiotteria. Così sono divenuto collezionista di plastica.
Non so più dove metterla. Meno male che non si sporca tanto».
Lei ha anche un flipper, una cinquecento. Nostalgia degli anni 60...
«Siamo molti in Italia che abbiamo questa passione per il design di quegli anni
lì. Ma è modernariato, è un'altra cosa». Si dice che il varietà televisivo
sia morto. Lei che idee ha per rianimarlo?
«Se io avessi un'idea precisa, e ce l'ho, non ve la direi nemmeno sotto tortura.
Non voglio regalare nulla a chi vi sta seguendo. Credo che il varietà
non sia morto. Occorrono nuove idee e forze giovani».
Lei è un appassionato di fado... «Mi piace tutta la musica popolare, sì.
Ora c'è anche Marco Poeta che spesso mette insieme gli appassionati di fado.
E succedono cose strane. Come il Banco del Mutuo Soccorso». Ma lei trova
affinità con la musica napoletana? «Sicuramente. I mandolini, le armonie, le melodie.
Sono paesi simili». Il suo spirito goliardico... «È nascosto in tanti artisti.
Pensiamo ad Allen, Fellini, Moretti».
Claudio Ruggiero
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