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Latina. No Global. Beniamino Gallinaro: «Contro questa destra liberal e guerrafondaia serve un presidio in provincia». Un appello "dal basso"

Criticati, offesi, derisi. Quasi sempre al margine. Ma ci riprovano. «Latina è una provincia in cui la destra è egemone culturalmente e politicamente anche se vi è possibile avviare lenti ma costanti processi di cambiamento. Gli avvenimenti degli ultimi due anni l'hanno infatti attraversata, sedimentando nuclei di partecipazione e di volontà di battersi in prima persona». Beniamino Gallinaro lancia la sua proposta. Dall'estrema sinistra. Un progetto politico arcobaleno in provincia. Un appello lanciato dal basso e che ha come interlocutori oltre che le forze politiche della sinistra radicale quanti si sono ritrovati nei movimenti "che hanno attraversato il nostro paese in questi ultimi due anni". L'appello è stato elaborato da un gruppo di cui fanno parte "cani sciolti", appartenenti ad associazioni e movimenti, militanti dei Verdi e del PRC. «Il movimento impropriamente detto no global, da Genova in poi, ha avviato un importante processo politico e sociale ed ha fatto delle piazze uno dei luoghi più significativi del far politica nel nostro paese. Un movimento che ha messo in discussione le regole del commercio internazionale e lo strapotere delle multinazionali, muovendo una critica radicale al sistema capitalistico, consumista e neoliberista. Il primato del mercato e del profitto che pareva ormai un dato accettato da tutti, anche a sinistra, è oggi duramente criticato da milioni di contadini, operai, studenti, intellettuali che cercano un'alternativa ad un modello di sviluppo che non è ecosostenibile e aggrava le differenze fra ricchi e poveri. Parallelamente ai "no global" altre tre importanti realtà hanno avuto un ruolo da protagonista in quest' Italia governata da Silvio Berlusconi: quella dei "girotondini", quella sindacale ed infine quella per la pace, senza se e senza ma... I girotondini sono un movimento di opinione che ha mobilitato centinaia di migliaia di persone richiamando tutti alla necessità di un impegno maggiore, più coerente ed incisivo, nella lotta alla corruzione nella vita pubblica, per la difesa intransigente della Costituzione e della legalità, connotando l'azione politica con una notevole tensione morale. Una nuova stagione dei lavoratori che ha avuto nella Cgil e nel sindacalismo di base i suoi centri motori, ha poi evidenziato la volontà di opporsi al disegno della Confindustria e del Governo di ridurre i diritti, aumentare la precarietà del lavoro, eliminare conquiste sindacali, e di civiltà, faticosamente raggiunte. I referendum sull'art. 18 e contro l'elettrosmog, al di là degli esiti, hanno marcato un campo ed uno schieramento di difesa netta dei diritti e della salute. Infine il movimento per la pace ha fornito una "piattaforma etico-politica", in cui si sono riversati sentimenti ed energie, le più diverse tra loro, che hanno contestato la teoria della guerra preventiva, sperimentata in Iraq. La consapevolezza che occorreva compiere una scelta - e mettersi in gioco - ha toccato tanta gente comune (il popolo delle bandiere) che per la prima volta ha preteso di far sentire la propria voce in modo autonomo, con la convinzione che la pace implica un diverso e più democratico assetto nel rapporto Nord-Sud, richiede l'affermazione dei diritti politici e sociali, implica un modello di sviluppo economico realmente sostenibile. Con le recenti elezioni amministrative di maggio l'ondata di tali movimenti, a livello nazionale, si è fatta sicuramente sentire, ma è certo che non ne hanno beneficiato le forze politiche che, più coerentemente, vi hanno interloquito; una grande stagione di lotte radicali ha premiato in maniera maggiore la sinistra moderata perché ha pagato il concetto di voto utile. Ciò è stato ancor più vero in provincia di Latina, dove i risultati elettorali di maggio, al contrario dell'andamento nazionale- non sono stati positivi; il centrodestra ha vinto dappertutto (ad eccezione di Formia) e, dentro l'ennesima annunciata sconfitta del centrosinistra, le forze di sinistra radicale non hanno conseguito consensi apprezzabili, manifestando ancora una volta seri limiti nella capacità attrattiva e di insediamento territoriale. È una storia che si ripete! La prossima primavera, insieme alle elezioni europee, voteranno almeno 130 comuni sopra i 15 mila abitanti (30 capoluoghi) e 63 Province tra cui, nella nostra Regione, quelle di Latina, Frosinone e Rieti. È un appuntamento importante, specie nel Lazio, perché dopo la vittoria alle provinciali di Roma determinerà il "clima" delle elezioni regionali del 2005. È un appuntamento, al quale se la sinistra radicale della nostra provincia vuole dar voce al popolo della pace, dei diritti, della tutela ambientale e della legalità, è chiamata a definire un progetto che chieda alle forze politiche interessate (PRC, Verdi, PdCI.) di non marciare ancora una volta separate, come alle scorse elezioni comunali di Latina; partecipando invece attivamente alla costruzione di una proposta unificante ed aperta, che veda protagonista anche la società civile e quanti in questi due anni si sono spesi per un altro mondo possibile. Un progetto che ha bisogno di una pluralità di apporti e contributi e che sappia coinvolgere un'area estesa di opinioni rosso-verdi attualmente organizzata in una molteplicità di forme o del tutto dispersa ma che, ispirandosi a valori di solidarietà, di giustizia, di tutela dell'ambiente, vuole più partecipazione democratica e si impegna per una politica intesa come servizio alla collettività. Un progetto che partecipi a pieno titolo alla individuazione del candidato presidente del centrosinistra alle prossime elezioni provinciali di Latina e contribuisca, con pari dignità, a scriverne un programma che metta al centro della proposta di governo il lavoro e l'immigrazione, i parchi e la costa, la viabilità e la portualità, il futuro dei presidi militari e nucleari, la gestione dell'acqua e dei rifiuti.., con la consapevolezza che la coalizione di centrosinistra debba caratterizzarsi nettamente rispetto al centrodestra e che nulla è dato per scontato. Stelle polari di un percorso al quale sin d'ora diamo il nostro sostegno sono: il principio della nonviolenza e della ricerca della pace; il valore della solidarietà e della giustizia sociale; il valore della democrazia e della partecipazione; la politica come servizio».

Mauro Cascio


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