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San Felice. La mitica Atlantide al largo del Circeo? Gianluigi Proia in un articolo su Mystero: «Un continente sommerso lungo la costa tirrenica»

Chi ha costruito le mura cliclopiche e quando? Quale era la loro funzione? Quale relazione potrebbe essere esistita fra gli ignoti edificatori delle enormi mura poligonali di San Felice Circeo e gli abitanti dell'antico Egitto? Il picco pił alto del Monte Circeo potrebbe essere stato il principale archetipo di una delle principali divinitą dell'antichitą classica Poseidon (Nettuno per i romani)? Fino ad alcune migliaia di anni fa esisteva una vasta area, oggi parzialmente sommersa, che dall'attuale linea di costa andava verso ovest che si sarebbe estesa con ogni probabilitą da una parte verso le isole dell'arcipelago toscano e dall'altro verso Ischia e Procida? Sono solo alcuni degli argomenti affrontati dallo studioso di "archeologia non convenzionale" Gianluigi Proia in un lungo articolo pubblicato sul numero di settembre del mensile specializzato "Mystero". Una ricerca condotta attraverso le pagine dimenticate ma sempre attuali di un acuto ricercatore del secolo scorso, il medico romano Evelino Leonardi, illustre clinico omeopatico, che negli anni trenta visse a lungo nell'attuale territorio della provincia di Latina alla ricerca di elementi che confortassero alcune sue ipotesi archeologiche che negli ultimi anni hanno trovato alcune sorprendenti conferme. Un'indagine accurata e interdisciplinare quella di Leonardi, analiticamente passata al setaccio da Proia, che anche nella sua apparente insostenibilitą pone una serie di interrogativi di difficile risoluzione. «Atlantide era al largo del Circeo? Localizzando l'antichissimo quasi mitico sito di Amucle, presso Sperlonga, Leonardi riteneva di aver trovato una prima, importante conferma alle sue tesi. Tesi confortata sia dal confronto col testo di Platone sia con la descrizione che il Gran Sacerdote di Sais fa a Solone delle caratteristiche geografiche del continente che secondo il filosofo greco si sarebbe inabissato nel mare circa undicimila anni fa. Scartando l'ipotesi dello Stretto di Gibilterra, Leonardi arriva addirittua ad un'altra antichissima leggenda, quella del Grande Lago Tritonide, dove sarebbe sprofondata la mitica terra italica di Tirrenide. Un bacino che in seguito a un violento cataclisma avrebbe rovesciato enormi quantitą d'acqua in mare aperto con l'effetto di far aumentare considerevolmente, in breve tempo il livello dell'Atlantico, o secondo altri autori del Mediterraneo, modificando comunque in entrambi i casi in modo alquanto profondo l'assetto delle coste. Secondo Leonardi il Lago era proprio qui, nel tratto di mare contiguo a quella parte della costa tirrenica compresa fra il Circeo e il Capo Miseno in Campania. Ed il fondo marino tra il Circeo, Terracina e Gaeta offrirebbe interessanti conferme a questa supposizione. Infatti si possono distinguere "un'area neritica sub-litoranea a zoccolo peninsulare, a pendenza uniforme verso il mare, fino alla quota di 600 metri; una zona istmica che collega il Circeo alle isole pontine; e di questa fa parte anche un rilievo sottomarino situato a destra sud est dell'isola di Ponza; un largo zoccolo nel cui centro emergono le isole di Ventotene e Santo Stefano; uno stretto istmo subacqueo che, attraverso Procida, unisce Ischia a Capo Miseno. Una immane catastrofe, insomme. E le mura "ciclopiche" di San Felice, secondo Proia, non sarebbero che "una parte di quelle sommerse dalle acque".

Mauro Cascio


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