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Latina. Certificazione etica. Marcello Ciccarelli: «Un progetto pilota per garantire che in
una azienda non esista nessun tipo di lavoro irregolare»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Marcello Ciccarelli,
presidente della Legacoop. Con la Camera di Commercio
avete formalizzato il progetto di certificazione etica
di qualità. Che vuol dire? «La finalità è quella di raggiungere
la "certificazione etica" di un'azienda attraverso la quale si
garantisce che, in tutta la "filiera di produzione", non esiste
lavoro irregolare. Il nostro è un progetto pilota».
Tempo fa debuttò embrionalmente un progetto analogo per la tutela
del lavoro minorile. Possiamo dire che è una iniziativa che viaggia
parallela alle garanzie dei lavoratori? «Sicuramente sì.
Ricordiamo in che contesto nacque l'idea della certificazione
etica: lo scandalo dei bambini che cucivano i palloni per una multinazionale,
caso che fu denunziato dai primi movimenti no global».
Quello in realtà fu una strumentalizzazione delle sinistre,
in quanto la multinazionale in questione, la Nike, scoprì
solo in un secondo tempo che il suo fornitore aveva
contratti con i villaggi.
Economia, libero mercato e socialità. Una sfida possibile?
«Nella storia del liberismo occidentale vediamo che si possono gestire
anche i diritti dei singoli. Pare molto ambizioso ma è così».
Elisabetta Rizzo
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