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Formia. Il Cisternone Romano del I secolo a.C. torna alla luce. Bartolomeo: «Un gioiellino archeologico, costato cinque anni di lavoro»

Il Cisternone romano – una basilica sommersa risalente al primo secolo a.C. – sarà inaugurato a Formia l’11 ottobre, alle ore 17 dal sindaco Sandro Bartolomeo alla presenza di numerose autorità, fra cui anche i sindaci delle città gemellate ed amiche: Haninge (Svezia), Gracanica (Bosnia-Erzegovina), Fleury-les-Aubrais (Francia), Ferrara e Santeramo in Colle. Si tratta di una monumentale struttura idraulica a pianta irregolare, lunga 65 metri, larga 25 e con oltre 60 grandi pilastri alti sei metri e mezzo. Il manufatto fu realizzato nell’antica Formiae, sulla sommità dell’arce – oggi quartiere Castellone – lungo il lato interno della primitiva cinta di fortificazione. È una delle meraviglie idrauliche romane sotterranee che si aggiunge alle poche testimonianze giunteci dall’antichità come la cosiddetta «Piscina Mirabilis» di Miseno risalente all’età augustea e la celebre «Yerbatan Saray» di Istanbul costruita sotto Costantino, con le quali il gioiello formiano ha molte affinità tipologiche; come la cisterna della villa di Domiziano ad Albano e quella destinata alle terme di Traiano conosciuta con il nome «Sette Sale». Ci son voluti cinque anni per portare questo grandissimo serbatoio al suo antico splendore, attraverso un’opera di restauro consistente nello svuotamento di seimila metri cubi di terra e liquami che nel corso dei secoli passati avevano preso il posto dell’acqua. Formia restituisce al mondo un complesso di grande rilievo, contenente milleseicento metri quadri di acque piovane, frutto dell’ingegneria romana. «Questa basilica sommersa – afferma l’assessore alla cultura ed ai beni archeologici Giovanna Grimaldi – farà da epicentro per un giro archeologico della città più ampio perché va ad aggiungersi al circuito di recenti scoperte archeologiche come i due Criptoportici della Villa comunale, il nuovo Antiquarium aperto nel 1997, i ninfei sulla spiaggia di Caposele, la "domus" di Cicerone ubicata sotto la Villa Rubino e la "torre" che la tradizione indica come il sepolcro ciceroniano».
«Il Cisternone di Castellone – sottolinea il sindaco Sandro Bartolomeo – è un altro tassello del recupero archeologico e monumentale della nostra città, è un bene prezioso e miracolosamente integro che viene restituito alla fruizione: una cisterna che somiglia ad una basilica, in cui l’acqua diventa l’elemento della magia». È molto soddisfatto Bartolomeo, il quale ricorda che «il recupero archeologico della città continua, la grande storia di Formiae romana viene alla luce, la città si riqualifica e cresce».
«Il serbatoio formiano – spiega Nicoletta Cassieri, direttrice del Museo archeologico di Formia e archeologa della Soprintendenza del Lazio – era alimentato dalle sorgenti affioranti nella zona collinare di Santa Maria La Noce-Pagnano attraverso uno o più condotti che lungo il percorso dovevano essere intervallati da serbatoi per la decantazione ed il contenimento della pressione idrica». E aggiunge che "dal bacino di raccolta, tramite un’articolata rete di distribuzione, l’acqua veniva fornita agli edifici pubblici (terme, fontane, ninfei) e privati (residenze, botteghe artigianali, impianti commerciali) della città di pianura. Dunque, Castellone, il borgo medievale formiano che si erge sulla cittadina tirrenica, a partire dall’11 ottobre sarà meta di visite da parte di studiosi e di quanti vorranno ammirare questo monumento idraulico nel suo antico splendore.

Elisabetta Rizzo


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