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Latina. Comunicando, grandezze e miserie del giornalismo. Bruno Tucci: «La laurea
in Scienze della Comunicazione è solo un pezzo di carta»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei Giornalisti
di Lazio e Molise a Latina per "Comunicando", il convegno organizzato dall'Ufficio Stampa del
Comune. Dai lavori non è uscito un quadro molto felice sul rapporto tra uffici stampa,
giornalismo e comunicazione al cittadino... «Fino a quando non sarà fatta grande chiarezza
sugli Uffici Stampa e la legge 150 non troverà una definitiva e organica applicazione
ci saranno situazioni in cui i giornalisti dovranno combattere con uffici stampa
occupati da persone che non sono addette ai lavori. C'è un feeling diverso.
Così come un medico parla con un medico, in un linguaggio particolare, così deve
accadere anche per il giornalista». Temiamo che la questione rischia di essere tautologica.
Un cane che si morde la coda. Lei dice, giustamente, che spesso gli Uffici Stampa
sono curati da persone che non sono giornalisti. È anche vero però
che l'accesso alla professione giornalistica è molto difficile in Italia...
«Guardate, era vero una quindicina d'anni fa. Oggi le leggi sono più elastiche.
E anche l'Ordine ha grande elasticità: ci sono i praticantati d'ufficio, ci sono
i freelance, ci sono facilitazioni per i pubblicisti. Il nostro impegno costante
è quello di aiutare i giovani. C'è un fatto, però. L'editoria, non bisogna dimenticarlo,
è in crisi. Dare la stura a tutti creerebbe una fabbrica di disoccupati».
C'è anche il problema del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, che
crea tante illusioni ma poche realtà di fatto... «È una questione su cui sono tornato
più volte. Scienze della Comunicazione non dà nulla: è soltanto una buona laurea.
Così come non danno nulla le "scuole di giornalismo" fatte da privati. Sono soltanto
dei pezzi di carta con cui i ragazzi, poi, non sapranno che farci».
Andrea Apruzzese
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