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Latina. Massoneria discriminata. Domenico Cambareri: «Una delle più prestigiose istituzioni
del nostro Paese paga l'odio bilioso di cattolici e comunisti. I Giudici? Forse è meglio che tornino ad
occuparsi di altro»
Non intendo entrare nel merito della sentenza del Consiglio di Stato relativa ai due
massoni non dichiaratisi tali in base alle norme vigenti e quindi licenziati dall'ente
pubblico di appartenenza che aveva legiferato in materia. Non conosco gli elementi e gli
aspetti specifici, non conosco le motivazioni della sentenza, non conosco soprattutto il
perché il Consiglio di Stato non avrebbe recepito la normativa dell'Unione Europea in
tema di libertà individuali.
Posso e anzi devo accennare a questioni non meno importanti, politiche metagiuridiche e
storiche, per collocare entro un doveroso e, mi si consenta, obbligatorio quadro di lettura
questo e altri potenziali casi (speriamo che non ce ne saranno).
L'attuale contesto giuridico italiano, che è quello dell'indomani dello scandalo sulla P2,
impone che devono esistere pié di lista degli iscritti delle logge e delle grandi logge,
che i rispettivi responsabili devono potere esibire, su richiesta, alle autorità competenti.
Quanti derogano a questa regola, sono passibili delle sanzioni previste dalla legge.
È facile tuttavia capire lo spirito e l'humus che improntano la legge, sicuramente non
garantista, anzi apertamente lesiva delle libertà soggettive che stanno a base della
Costituzione e che non possono trovare legittimo impedimento e strumentale limitazione in
norme siffatte. Una legge fatta con una strana e paradossale saldatura politica: essa
fu voluta, anzi imposta da ambienti politici clericali e comunisti da sempre ostili alla
Massoneria. Le persone perbene che allora pagarono un tributo furono tante, ad iniziare
proprio da quelle del mondo cattolico, in particolare un ministro galantuomo. Una legge
che, con la scusa di potere combattere la "segretezza" e le attività occulte criminose
(peraltro la prima da sempre di fatto impera nei massimi livelli decisionali delle
segreterie poltiche "libere" e partitocratriche e non all'ombra delle officine Massoniche),
ha permesso di partorire ulteriori smisurati mostri giuridici, come la "potestà"
costituzionalmente infondata di delegare perfino alle regioni "federali" il
potere di legiferare nell'ambito specifico delle libertà individuali. Tema e decisioni aberranti che per la loro crassa bestialità mettono in condizioni di generalizzato vulnus tutto l'impianto e tutta la produzione legislativa nazionale e regionale.
La sentenza del Consiglio di Stato giunge peraltro in un momento di parziale tranquillità per quanto attiene al tran-tran quotidiano della politica, della Massoneria e... della religione. Tranquillità che non significa affatto che sotto le acque tranquille non vi siano fra l'altro, e ad esempio, pericolosissimi relitti che vanno rimossi. Come l'altro più che paradossale caso del veto posto dal CSM ai magistrati sull'appartenenza alla Massoneria. Cosa che cozza egualmente contro quanto ho finora detto sui principi fondativi della nostra carta costituzionale; quanto e nondimeno con quelli dell'Unione e con quelli dell'ONU. Nulla da dire dunque su come in Italia venga pessimamente amministrato il sistema liberale, e di come esso decenni e decenni dopo scimmiotti nei modi più grotteschi e insulsi la legge dell'Italia fascista contro le organizzazioni a carattere segreto (Mussolini ebbe il pudore e non l'insolenza di non fare citare la Massoneria, organizzazione contro cui era diretta e che in un certo modo tradiva pur di preparare il terreno allo sciagurato patto con l' "altra sponda" del Tevere, la chiesa cattolica).
D'altro canto, nella più soggettiva opinione personale, ho sostenuto negli anni precedenti
con non pochi amici che proprio per il terribile clima di sospetti e di discriminazioni
in cui si trovavano a vivere i massoni, potevano e dovevano
- per tutti quanti fra di essi era possibile - manifestare apertamente la loro posizione,
proprio come garanzia assoluta della loro "trasparenza". Un' opinione di questo tipo,
individualmente sostenibile, tuttavia non affronta le questioni di merito. Che sono quelle
che invece ormai - visto che i tempi sono maturi - vanno poste definitivamente sul tappeto.
È da qualche anno appena che si legge sulla carta stampata una dizione più cauta sulle "cosiddette logge", sulla "pseudo-massoneria", come espressone di presa di coscienza da parte dei giornalisti sul fatto che le organizzazioni falsamente massoniche nulla hanno a che vedere con la Massoneria e che possono essere tante; e non perché dei criminali si mimetizzano perfettamente in organizzazioni "copiate", per questo ne debbano pagare le conseguenze i massoni veri. Si può poi avere un disparato ventaglio di idee sulla Massoneria, purché non frutto di ignoranza o di prevenzioni e avversioni precostituite. Bisogna in tal senso ricordare a tutti che il Massone giura fedeltà - oggi, eufemisticamente e nello scherno della sostanza della lingua e della civiltà occidentale, "promette" - alla massoneria ma al di sopra di essa al rispetto e alla difesa dello Stato e, quindi, della Patria, e in via suprema, alla "libera coscienza" che lo affranca da ogni condizionamento e da ogni vincolo di qualsivoglia ipotizzabile ricatto.
Se la Massoneria, nonostante i difficili decenni che al suo interno vive in Italia, è
palestra di vita per tutta la vita e se ad essa gli italiani devono gran parte della loro
storia moderna e contemporanea, ad iniziare dal processo unitario, una bella strada a ritroso
è stata sicuramente fatta dalle coscienze politiche e dalle élite che guidano la nostra
nazione.
Per fortuna, abbiamo un inno nazionale che ci riporta alle schiere mazziniane e per
inno europeo quel famoso canto del fierissimo massone Schiller, fierissimo e geniale
massone non meno di Goethe e di Mozart e di Leibniz, per il quale musicò Wagner. Questi
sono i biglietti da visita? Non solo. Casa Savoia, Garibaldi e le schiere di scomunicati
repubblicani e monarchici che riunificarono le sorti del nostro popolo dopo secoli
di indicibile letargia e servitù ai soprusi, ai falsi alle nefandezze clericali (ma
attenti: anticlericale e non clericale non significa affatto antireligioso: la Massoneria
pone al centro, come i pitagorici, l'esperienza del sacro e l'esperienza "numinosa").
Ma tutta questa storia non appartiene ai comunisti e ai reazionari biliosi che
condannerebbero anche il papa per la ritrovata via cattolica nella distinzione e
separazione del temporale e del religioso, forse scorrerie emotive a parte, come per
la questione delle inesistenti "radici ebreo-cristiane".
Tutto il resto poco importa, sino a che i giudici non torneranno ad occuparsi di altro,
ad iniziare dal ritornare al limite che è proprio anche al loro ruolo, limite che essi
non si creano in quanto supplenti o surroganti dell'autorità politica. Ed oggi, come
sappiamo, la fonte normativa non risiede in un cortile regionale, che non è una corte
rinascimentale, crogiuolo e moltiplicatore inestimabile di logge e di incontenibile,
straripante fervore intellettuale e spirituale sino ai nostri giorni.
Nel ritratto in foto George Washington con paramenti massonici. Gran Maestro della Massoneria americana, così come altri 19 presidenti degli Stati Uniti
Domenico Cambareri
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