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Aprilia. Centrale Turbogas. Antonio Calandro: «Una prospettiva economica, ad inquinamento zero e col fabbisogno energetico che c'è...»

«Oggi molti padri di famiglia, trovano a stento in Aprilia la possibilità di un lavoro, la maggior parte delle industrie sono in difficoltà. Molte sono quelle che hanno chiuso i battenti, bravi tecnici, giovani ed anziani, si trovano da troppo tempo senza la possibilità di lavoro. Questa situazione, soprattutto per chi a famiglia e non lavora, oltre a non essere economicamente bello, non è neppure dignitoso». Osserva il presidente della Pro Loco Antonio Calandro. «La qualità della vita ad Aprilia non è nello sviluppo turistico ma nella possibilità dei suoi cittadini di lavorare nella loro città: finché chi lavora a Roma viene qui a dormire perché le case costano meno, non avrà interesse a che Aprilia sia più bella e vivibile. Tutte le iniziative che possono creare lavoro ad Aprilia e soprattutto quelle che possono aggregare le imprese locali, vengono quindi prima di quelle che tendono a mantenere la situazione quale è, che non è bella. Il primo esempio è la turbogas: aldilà del cantiere e dell'esercizio, che comunque impiegheranno molti apriliani e necessiteranno dell'aggregazione delle nostre imprese per essere competitive, l'energia sicura e a basso costo sarà un'attrattiva importante per nuove aziende e permetterà di trattenere qui quelle esistenti. Oltre alla permanenza delle persone che si adopereranno per una Aprilia migliore, penso sia lecito sperare che i nuovi insediamenti sponsorizzino iniziative per la città e l'ambiente, come, per esempio, quella proposta da Italia Nostra, di parco extra-urbano multifunzionale. Tutti sanno che non è vero che la Turboga inquina, persino il Comitato ALT, che ha invitato a parlare al Circolo degli Anziani, un tecnico che aveva il compito di allarmare la gente con qualsiasi notizia, vera o falsa, citando gli alti consumi d'acqua, che non ci sono in quanto la centrale è raffreddata ad aria, o le emissioni cancerogene, che non ci sono perché la centrale brucia solo metano che non produce queste emissioni, e ha sostenuto che la centrale non è necessaria perché il Lazio è autosufficiente, e il 28 settembre abbiamo avuto 12 ore di blackout, come e più del resto d'Italia. Io Critico soprattutto coloro che paventano catastrofi e cambiamenti climatici a Campo di Carne, perché comunque questo allarmismo ingiustificato fa della cattiva pubblicità ed immagine negativa al luogo, divenendo loro, i veri spaventapasseri di turisti o dei nuovi investitori sul borgo. Eppure è strano, anche convivendo da anni con un'azienda pericolosissima, che non è mai stata al centro di attenzioni di pseudo ambientalisti, disposti come dicono, a sdraiarsi (per la centrale elettrica) sulle rotaie del Treno, che veramente d'inquinamento cancerogeno ne produce davvero tanto, superando di 12 volte quello che farebbe la centrale elettrica alimentata a gas naturale, che a superato i pareri rigidissimi della commissione ANPA, composta da noti e veri scienziati ambientalisti, non come quelli che si spacciano per tali, magari intervenuti a pagamento. Aldilà della speculazione politica di taluni, credo ci sia paura dell'industria: occorre tener conto però che non siamo più ai tempi della ricostruzione in cui si doveva creare attività ad ogni costo, oggi l'industria, se vuole sopravvivere, deve essere ecocompatibile e sottostare ad attente verifiche come quelle effettuate dai vari organi pubblici, primo fra tutti in questo caso la Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente, che garantisce l'ecocompatibilità del progetto».

Elisabetta Rizzo


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